Fondazione
Polo del ‘900

Il Polo del ‘900, opera dal 2016, e ha sede a Torino nel complesso juvarriano dei Quartieri Militari di Palazzo San Daniele e San Celso accogliendo al suo interno biblioteche e sale lettura, un archivio, spazi per eventi, un museo, mostre e performance, aule per la didattica e per i bambini.

Qui trovano casa 26 Enti Partecipanti che rappresentano un punto di riferimento nella ricerca storica, sociale, economica e culturale del Novecento e nella salvaguardia dei valori della resistenza, della democrazia e delle libertà.

Il patrimonio di cui dispone il Polo del ‘900 è costituito dall’insieme dei patrimoni archivistici, librari e audiovideo dei suoi Soci partner (circa 10 km lineari di libri, documenti, fotografie, stampe, manifesti, oggetti d’arte, registrazioni sonore, audiovisivi ecc..) e comprende inoltre biblioteche, fondi archivistici e collezioni di rilievo. La concentrazione e l’integrazione degli archivi e delle biblioteche, la pluralità delle esperienze e delle competenze degli enti partner, la volontà di mettere in connessione memoria e presente, la storia con i grandi temi della contemporaneità, rendono il Polo un soggetto innovativo rivolto a tutti coloro che desiderano avvicinarsi ai grandi temi del ’900 e dell’attualità.

Ad oggi il Polo del ‘900 ospita circa 5000 ml di fondi archivistici, a cui si aggiungono circa 20606 fotografie, lastre e  manifesti e 100 ml materiali audiovideo.

Le biblioteche del Polo del ‘900 comprendono 280869 monografie e 14853 testate di periodici per un totale di 5200 ml di depositi, oltre a 60509 volumi disponibili in altre sedi.

La Fondazione riconosce tra i suoi scopi statutari lo sviluppo e la gestione delle strutture e dei servizi comuni alle istituzioni culturali che aderiscono ad essa come partecipanti facendosi tutore delle azioni di tutela e di conservazione degli archivi e delle biblioteche che ne costituiscono il patrimonio culturale.

La Fondazione Polo del ‘900 nel 2023 ha acquisito i fondi archivistici di Leone Ginzburg (Odessa 1909 – Roma 1944) e il fondo archivistico digitale di Franco Cordero (Cuneo, 6 agosto 1928 – 8 maggio 2020).