È costituita il 1° febbraio 1945, grazie all’opera del Comando di sottozona, del Comando militare provinciale savonese e dei comandi delle varie formazioni. Hermann Wygoda (Enrico)
è nominato comandante e Pierino Molinari (Vela) commissario. La divisione è schierata su quattro brigate: la 3° Libero Briganti dislocata sui monti prospicienti la costa di Pietra Ligure a controllo delle strade che dall’Aurelia portano a Calizzano; la 4° Daniele Manin dislocata nella zona monte Alto-Pian dei Corvi-Rocce Bianche; la 5° Baltera nell’alta val Bormida a controllo del passo del Melogno; la 6° Nino Bixio nella zona di Montenotte. Il piano operativo elaborato dal comando della II Zona per la liberazione di Savona prevede per la divisione Bevilacqua una zona di operazioni che, a sud, va da Pian dei Corvi verso Vezzi Portio, Bric Colombino, forte Sant'Elena, a ovest da Pian dei Corvi va a monte Alto, monte Baraccone, monte Curlo, a nord da monte Curlo sino al forte Madonna degli Angeli. Tra i compiti previsti per la divisione che, nel frattempo, ha raggiunto le 1500 unità e il cui comando è affidato a Guido Caruzzo (Penna), vi è anche l’appoggio e la collaborazione con le Sap della divisione Gramsci che operano in città.
Il 24 aprile 1945 viene ordinato al Comando divisione di iniziare il moto insurrezionale, attaccando e occupando gli obiettivi prestabiliti. A parte la presenza di alcuni franchi tiratori, il 25 aprile Savona è liberata. Anche le brigate Casalini e Sambolino vengono inquadrate nella divisione Bevilacqua.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.77