Brigata partigiana operante nella bergamasca, prende il nome dal militante comunista e attivo antifascista Galimberti. Dal 1926 al 1933 Galimberti egli trascorse la sua giovinezza al confino. Lampedusa, Ustica e Ponza le tappe del suo allontanamento dalla terra natale, e poi, dopo l'armistizio, si impegnò nella Resistenza bergamasca. Organizzatore e partigiano combattente nella 53ma Brigata Garibaldi col nome di battaglia di "Barbieri" e di "Barba", Galimberti fu catturato il 17 novembre 1944 con altri partigiani alla Malga Lunga, sul monte di Sovere. I fascisti della "Tagliamento" eliminarono subito due dei prigionieri (il russo Starich e l'italiano Zeduri) e riservarono agli altri un processo farsa. Il 19 novembre, un Tribunale speciale della "Tagliamento" condannò a morte Galimberti, Andrea Gaslini, Giorgio Paglia (che rifiutò la grazia) e i russi Semion Kopcenko, Alexander Nogin e Ilarion Eranov. Furono tutti eliminati, due giorni dopo, a ridosso del cimitero di Costa Volpino. Dopo la strage, la 170ma Brigata Garibaldi assunse il nome di Guido Galimberti. Al valoroso operaio antifascista è stata poi intitolata una via di Bergamo.