2ª Divisione d'Assalto Garibaldi "Felice Cascione"

  • Storia

    La 9° brigata d’assalto Garibaldi, unità combattente che ha costituito la base da cui si è poi sviluppato tutto l’esercito partigiano nell’imperiese, viene trasformata in divisione con decisione del Comando brigate d’assalto Garibaldi, assunta il 1° luglio 1944 e ratificata il 4. Il nuovo inquadramento s’impone dopo il notevole aumento di effettivi e il potenziamento organizzativo dei servizi. Alla data della sua costituzione, la divisione Cascione conta su 1200 effettivi; comandante è nominato Nino Siccardi (Curto), commissario Libero Briganti (Giulio). Agli inizi è articolata su tre brigate: Belgrano con zona operativa fra la pianura di Albenga a est, la val Tanaro superiore a nord; Guarrini fra la valle Argentina e la valle dell’Impero; Nuvoloni dal confine francese alla valle Argentina. A queste formazioni si unirà la brigata autonoma Alpina. L’azione della divisione è particolarmente efficace nel sabotaggio delle vie di comunicazione. La posizione di alcuni reparti della Cascione, lungo la linea del confine, li porta ad avere frequenti contatti operativi con le formazioni di maquisards francesi e ad agire, in alcune occasioni, in territorio francese. Tra le operazioni più significative dei distaccamenti della Cascione va ricordata l’occupazione di Pigna (un po’ enfaticamente definita “Libera repubblica partigiana”) dal 29 agosto all’8 ottobre 1944, e lo scontro di Monte Grande, il 5 settembre 1944. Alla fine dell’estate 1944 da parte tedesca vi è l’esigenza di assicurare la possibilità di ripiegamento verso il Nord delle truppe e dei mezzi dislocati alla frontiera. La Wehrmacht deve garantirsi il controllo delle strade 20 e 28 e quindi, per assicurarne la transitabilità, inizia una serie di puntate in zona che provocano sbandamenti e pesanti perdite tra le file partigiane. Le brigate della Cascione, comunque, reagiscono riuscendo ad impedire ai nazifascisti di ripristinare il transito su tratti di strade importanti. Inoltre, il ripiegamento in profondità della divisione le consente gradatamente di riorganizzarsi e di rafforzare le proprie strutture. A ottobre le forze della I Zona operativa raggiungono i 1800 effettivi: il rafforzamento è dovuto soprattutto all’afflusso di elementi dei battaglioni San Marco che, peraltro, si dimostrano buoni combattenti partigiani.
    A fine novembre, con la costituzione del Comando della I Zona, viene decisa la riorganizzazione delle formazioni suddividendo in due la Cascione e istituendo la divisione Bonfante. La Cascione, al cui comando è nominato Vittorio Guglielmo (Ivano), commissario Ivar Oddone (Kimi), dispone di due brigate, la 5° Nuvoloni e la 4° Guarrini. Superato il rigido inverno 1944-45, non senza aver pagato un pesante prezzo in termini di vite umane e di rappresaglie nei confronti dei paesi dell’entroterra a causa dei rastrellamenti e degli scontri con le formazioni tedesche, il 24 aprile 1945 il Comando della Cascione inizia, insieme ai battaglioni della Nuvoloni e della Guarrini, la discesa verso la costa che le forze tedesche stanno abbandonando. La Cascione occupa la parte di territorio verso la frontiera: a Bordighera si registra qualche momento di tensione con contingenti di truppe francesi
    (Chasseurs des Alpes e senegalesi) in merito all’occupazione della zona occidentale della
    Riviera dei fiori sino a Sanremo. Il buon senso dei comandi superiori francesi e italiani, unitamente all’opera di mediazione americana, permette di superare i contrasti e di definire i
    provvisori limiti territoriali.

    Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, pp.115-116

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