3° Brigata Sap “Domenico Novaro”

  • Storia

    La 3° brigata Sap "Domenico Novaro" opera nel territorio di Diano Marina (IM). Porta il nome di un eroico partigiano fucilato dai tedeschi il 17/03/1944 nel cimitero di Ormea dove, benchè ferito, era stato condotto dopo essere stato catturato e sottoposto a tortura.
    Gli albori della Brigata si hanno a fine settembre 1943, quando i futuri promotori del Cln mandamentale avviano la formazione di bande per tentare di recuperare armi dell'ex Regio Esercito nonchè indumenti e viveri per gli sbandati rifugiatisi sulle colline. Nascono così cinque raggruppamenti in Valle Steria e altrettanti nella valle di Diano Marina in modo che, una volta formati i quattro dirigenti e completate le squadre, si è potuto passare alla creazione della stessa 3° Brigata "Novaro". Essa è composta da 120 patrioti divisi in quattro Distaccamenti: il primo a Diano, il secondo nell'alta valle di Diano, il terzo a Cervo e San Bartolomeo (IM), il quartto in alta Valle Steria. Il primo comando della Brigata "Novaro", costituitosi nel settembre 1944, era il seguente: Comandante Wladimiro Marengo, Commissario Gaetano Sgarbi, Vicecomandante Davide Gaggero (Marat), Ispettore Oclerio Li Gobbi (Fante). Dopo Marengo, al comando si succedettero Martini, Li Gobbi e infine l'ufficiale di carriera Ricciotti Garibaldi con vicecomandante Davide Gaggero.
    Nel maggio-giugno del 1944 le loro azioni comprendono il ferimento di un Carabiniere Rsi sulla strada San Bartolomeo-Pairola, il disarmo di una pattuglia della Divisione Rsi "San Marco", la cattura e conseguente fucilazione di alcune spie in Valle Steria, l'attacco al municipio di Cervo per distruggere gli elenchi dei lavoratori destinati alla deportazione in Germania già a fine giugno 1941, il mitragliamento di autocarri tedeschi e della "San Marco" lungo la Via Aurelia ed il reupero dei loro armamenti. Alcuni elementi della Brigata si affiancano al 12° Distaccamento partigiano nell'azione effettuata il 22/06/1944 per disarmare la Guardia di Finanza della frazione Gorleri di Diano. Analogamente, alcuni elementi locali si uniscono ai partigiani della 1° brigata quando questi attaccano la Caserma "Camandone" dell'ex 15° Reggimento Artiglieria il 10/07/1944. uccidendo un caporale tedesco e catturando un sottufficiale anch'egli tedesco insieme ad otto militari italiani; nell'occasione si asporta anche una notevole quantità di materiale bellico.
    Nel settembre del 1944, grazie anche ai militi della Croce Rossa dell'ospedale San Giovanni di Imperia, una grossa scorta di medicinali viene trasportata in montagna a beneficio dei partigiani ammalati o feriti.
    Ma le azioni della Brigata non si fermano a questo, anzi: nei mesi successivi si susseguono catture di delinquenti sotto mentite vesti di partigiani ed impegnati a terrorizzare i civili, imboscate con perdite nemiche, distruzione di ponti per ostacolare i nazifascisti, invio in montagna di armi, alimenti e beni vari, diffusione di efficaci volantini per chiedere alla popolazione di nascondere gli alimenti a rischio di sequestro del nemico, recupero di decine di mine antiuomo e tritolo.
    Per ottenere una maggiore coesione, una migliore disciplina ed il massimo rendimento dalla 3° brigata, il 04/11 e il 18/12/1944 l'Ispettore di zona Oclerio Li Gobbi (Fante) dirama ai comandanti di Distaccamento disposizioni con imperativi a mantenere assolutamente il segreto e conoscere soltanto il diretto superiore per coordinare tutte le azioni in atto. Il 22 dicembre, dopo un mitragliamento dei garibaldini della 1° brigata contro due mezzi tedeschi ed italiani a Diano, con grave ferimento dei nemici, il Comando nemico ordina al commissario prefettizio comunale la cattura di cinque civili da fucilare per rappresaglia ma egli si rifiuta, e così il comando decide di agire direttamente il giorno successivo. Allora il comando della 3° Brigata invia una lettera allo stesso comando tedesco magistralmente equilibrata tra la preghiera e la minaccia di uccidere il comandante tedesco di Piazza ed altri 25 loro soldati: grazie a questa missiva tutti gli ostaggi civili vengono liberati. Nel febbraio 1945 gli uomini della 3° Brigata sono impegnati nel rischiosissimo compito di rilevare le piantine di numerose infrastrutture nemiche tra cui trinceramenti costieri, batterie di cannone e fortificazioni da inviare poi ai comandi partigiani in montagna tramite il Cln o direttamente, nonchè fare altri atti di sabotaggio e raccogliere armi. Il 20/04/1945 il responsabile Servizio Informazioni Militari dello Stato Maggiore della 6° Divisione d'Assalto Garibaldi "Bonfante" fa recapitare al Comando I Zona Operativa Liguria una mappa completa del territorio dianese con tutte le mappe sopra citate, mentre le azioni contro il nemico portate avanti dalla Brigata non conoscono mai tregua.
    All'alba del 25/04/1945 il vicecomandante della Brigata, Davide Gaggero (Marat), è in perlustrazione con alcuni compagni da Diano Arentino a Diano Marina. Giunto nel bar della stazione riesce a disarmare quattro soldati tedeschi su un treno armato; nel frattempo altri due sapisti giungono per aiutarlo. Tuttavia sopraggiungono due tedeschi ben armati e, mentre i sapisti tentano di decidere velocemente come disarmarli, uno dei due entra nel bar a mitra spianato; affrontato da Lucio Da Olio reagisce con un pugno ma, colpito da una pallottola al cuore, muore sul colpo. Davide Gaggero si impossessa del mitra dell'altro nemico intimandogli la resa ma viene ucciso subito da un ulteriore altro tedesco giunto nel frattempo. Sul treno armato vi sono quattro tedeschi ignari di quanto accaduto che procedono nell'opera di guastamento della ferrovia, ma di lì a poco vengono annientati da dei partigiani. Nel pomeriggio del 25 le colonne sapiste confluiscono tutte su Diano Marina, giunge la notizia che Genova è insorta ed il Cln mandamentale prende possesso del municipio; i sapisti provvedono temporaneamente all'ordine pubblico per riportare la calma tra la popolazione e si riappropriano del materiale finora in uso dai tedeschi.
    La 3° Brigata Sap "Domenico Novaro" ha dimostrato un notevolissimo coraggio durante la lotta di Liberazione e in alcune rischiose operazioni si sono distinte anche numerose donne del gruppo, pure giovanissime, capeggiate dalla dott.ssa Vitta Giobbia (Sanjacopo).

    Fonte: Biga, Francesco, Iebole, Ferruccio, "Storia della Resistenza imperiese. I Zona Liguria", volume V, Imperia 2016, pp. 57-65
    Fotografie ritraenti garibaldini della Brigata nei giorni della Liberazione sono reperibili nel volume di Biga Francesco, Iebole Ferruccio, "Storia della Resistenza Imperiese. I Zona Liguria", vol. 5, Imperia 2016, pp.111-113 (non numerata).