37° e 38° Reggimento di Fanteria "Ravenna"

  • Storia

    Discende dal 2° Reggimento del 2° Corpo d'Armata dell'Italia Centrale formato il 31 maggio 1859, in Arezzo, con il concorso di volontari delle provincie emiliane. I Distretti di reclutamento sono nelle città di Alessandria, Avellino, Casale, Ferrara, Foggia, Lecco, Padova, Palermo, Pesaro, Piacenza, Rovigo, Taranto e Treviso.
    Durante la Prima guerra mondiale il 37° e 38° Reggimento, componenti di quella che attualmente è la Brigata "Ravenna", sono attivi sul fronte alpino orientale. Nel 1915 la Brigata si trova nei pressi di Cividale ed ai primi di giugno passa il confine con l’ordine di attaccare il costone che difende la parte settentrionale di Gorizia. Un primo nucleo di 200 volontari del 38° passa l’Isonzo ed occupa l’abitato di Plava. Per tutto giugno si susseguono gli attacchi contro la quota 383, più volte raggiunta senza poterla però mantenere. In vista della II° Battaglia dell’Isonzo passa di fronte al Sabotino, contro il quale inutilmente opera. Nel maggio 1916, iniziatosi l’attacco austriaco sugli altipiani Trentini (Strafexpedition) si trasferisce sul Monte Novegno dove concorre a respingere l’assalto della colonna austriaca che tentava l’aggiramento del Pasubio. Ai primi di luglio la Brigata partecipa al contrattacco per la riconquista del terreno perduto e tenta ma non riesce la riconquista della cima del monte Seluggio. La Ravenna rientra in linea alla spalle di Gorizia, nel settore di Vertojba. Durante la IX° Battaglia dell’Isonzo, la Brigata non riesce a raggiungere gli obiettivi più volte attaccati.
    Nel marzo 1917 ha inoltre luogo un doloroso episodio che coinvolge la "Ravenna". Il 21 marzo i soldati danno vita ad una protesta collettiva all'annuncio della soppressione delle promesse licenze. La protesta viene rapidamente sedata ma vengono fucilati due soldati che si sono attardati mentre il reggimento è ripartito per la prima linea; il giorno dopo si sorteggiano venti soldati della compagnia e tra questi se ne sorteggiano ulteriori cinque, che vengono fucilati: è la cosiddetta decimazione. Successive indagini e conseguenti condanne a morte portano a 28 in totale i fucilati della Brigata "Ravenna" per tale episodio di rivolta.
    Nel maggio
    1917, durante la X° Battaglia dell’Isonzo, al 37° fanteria viene assegnato come obiettivo la quota appena oltre il torrente Vertojbizza, caposaldo di tutto il settore nemico, mentre il 38° si sposta di fronte al San Marco. Nessuno degli obiettivi è raggiunto. Il 24 ottobre, la Ravenna è sorpresa dagli avvenimenti accaduti davanti a Tolmino sulla prima linea della Bainsizza; inizia la ritirata prima a Plava, poi sul Torre, poi verso il Tagliamento: i pochi superstiti passano il Piave il 5 novembre al ponte della Priula. Nei mesi seguenti altre Brigate di fanteria decimate come la Ravenna cedono gli effettivi rimasti, permettendo la ricomposizione dei due reggimenti 37° e 38°. Destinata ad operare nella regione del Grappa, il 25 novembre la Brigata è in linea contro il Salarolo, donde si sposta poi col 37° sullo Spinoncia ed il 38° sul Valderoa. Entrambe le cime vengono duramente attaccate.
    Nel 1918 la Brigata rimane sulle stesse posizioni, in giugno l’attacco austriaco (Battaglia del Solstizio) vede i suoi reparti schierati alla testata della val Cancino; il nemico tenta ripetutamente di penetrare oltre le linee tenute da 37° fanteria senza riuscirvi ed è così salva la cosiddetta linea delle malghe, ultima prima della cima del Grappa. In luglio la Ravenna attacca lungo la cresta del Salarolo senza ottenere apprezzabili risultati. Mandata a riposo nei pressi di Treviso, rientra in linea per partecipare alla battaglia di Vittorio Veneto; il 29 ottobre passa il Piave ed insegue il nemico in rotta verso il torrente Monticano, il giorno 4 novembre i suoi fanti sono fermati quando hanno già costituito una testa di ponte sulla sponda sinistra del Tagliamento.

    Nel 1926 il Reggimento assume il nome di 38° Reggimento Fanteria "Ravenna" ed a seguito della formazione delle Brigate su tre reggimenti viene assegnato alla 4° Brigata di Fanteria che lascia nel 1930 per la 3°, quindi nel 1934 passa alla 26° Brigata; nel 1926 viene articolato su tre battaglioni uno dei quali proviene dal disciolto 69° reggimento.
    Il 38° Reggimento partecipa alla Campagna d'Etiopia del 1935-36 combattendo nelle battaglie di Endertà e Lago Ascianghi. Dal 25 marzo 1939 è inquadrato nella 3° Divisione di Fanteria "Ravenna" della quale fanno parte anche il 37° Reggimento Fanteria e l'11° Reggimento Artiglieria per d.f. (quest'ultimo sostituito nell'aprile 1942 dal 121° Reggimento). Nel 1941 il Reggimento è attivo lungo il confine jugoslavo con compiti di difesa.
    Nel 1942 viene inviato sul fronte russo e partecipa intensamente a tutto il ciclo operativo sul fronte del Don e del Donez. Il 22 dicembre 1942, in Russia, a causa delle notevolissime perdite subite viene sciolto il 1° battaglione ed i pochi superstiti sono ripartiti tra il 2° ed il 3° battaglione. Rimpatriato nell'aprile 1943, il Reggimento viene riordinato ed inviato in Toscana ove è sciolto il 12 settembre nel senese, zona di Abbadia San Salvatore, a seguito degli eventi che determinarono l'armistizio.


    Fonti: https://www.storiaememoriadibologna.it/archivio/organizzazioni/fanteria-37deg-e-38deg-reggimento-brigata-ravenna

    https://anabiella.archiui.com/entita/193-38-reggimento-fanteria


    https://it.wikipedia.org/wiki/Decimazione_della_brigata_Ravenna