41° Brigata d'Assalto "Carlo Carli"

  • Storia

    Brigata piemontese intitolata a Carlo Carli, ucciso ad Avigliana dalla Gnr nel 1944. La Brigata era attiva nella bassa val di Susa in provincia di Torino.
    Nella prima metà di giugno 1944, mentre le bande della vicina val Sangone si univano in una formazione Autonoma, il gruppo del partigiano comandante Eugenio Fassino (Geni, Bocia) si organizzò come 41° Brigata Garibaldi "Carlo Carli". Il 26 giugno, la "Carlo Carli" fu impegnata ad Avigliana in un attacco contro il Dinamitificio Nobel e la stazione ferroviaria. Respinta, iniziò a ritirarsi ma venne sorpresa dall'arrivo di un convoglio di rinforzi fascisti. Gravemente ferito, Fassino fu arrestato e condotto a Torino, interrogato e infine tradotto dapprima in carcere e quindi  all'ospedale Molinette. Condannato a morte, si salvò grazie a uno scambio tra prigionieri. Durante le cure all'ospedale di Giaveno e la convalescenza, Fassino fu sostituito alla guida della 41° dal vicecomandante Rinaldo Baratta. Solo a metà ottobre, dopo la morte di Baratta in uno scontro con i tedeschi a Sant'Ambrogio, egli riprese la guida della formazione entrando però in rotta di collisione con i comandi garibaldini. Motivi di attrito furono sia l'inconciliabilità tra l'autonomia operativa dei suoi partigiani e la rigida disciplina pretesa dai garibaldini sia il suo rifiuto di condividere con il commissario politico le responsabilità del comando. Respinta l'offerta di diventare capo di stato maggiore nella 3° Divisione Garibaldi e lasciata la "Carlo Carli", grazie alla mediazione del comando della IV zona militare piemontese del Corpo Volontari della Libertà Fassino tornò tra gli Autonomi nella divisione "Sergio De Vitis" schierandosi con Nino Criscuolo e 150 uomini nel vallone del rio Sangonetto.
    Nuovamente arrestato e condannato a morte nel gennaio del 1945, si salvò dalla fucilazione per l'inatteso aiuto di un capitano delle SS. Detenuto nelle carceri Nuove di Torino, poté tornare libero e ricongiungersi con i suoi uomini solo il 28 aprile. Dopo la Liberazione, divenne imprenditore e membro del Consiglio della comunità della bassa Valle di Susa e Cenischia.

    Fonte: http://www.sentieriresistenti.org/comandanti/fassino.pdf