La 63ª Legione d'Assalto CC.NN. "Tagliamento" fu mobilitata nel febbraio 1941 e fu costituita dal battaglione d'assalto LXIII di Udine al comando di Ermacora Zuliani, dal battaglione d'assalto LXXIX di Reggio Emilia al comando di Alberto Patrocini e la compagnia mitraglieri di Piacenza al comando di Zanotti. Avrebbe dovuto essere inquadrata nella 16ª Divisione fanteria "Pistoia". Fu successivamente trasformata in Legione autocarrata e aggregata al CSIR in formazione. Era composta da 1.191 fra ufficiali e Camicie Nere, da 284 fra ufficiali e soldati del Regio Esercito e da 133 autieri. Fu comandata da Niccolò Nicchiarelli, Domenico Mittica, Mario Rosmino e Antonio Galardo. La legione fu successivamente promossa sul campo ad unità scelta "Emme" e il labaro decorato di Medaglia d'Oro e di Medaglia d'Argento sul campo. Il 9 settembre la Legione sostituiva il Reggimento "Lancieri di Novara" nel compito di difendere un tratto della sponda occidentale (destra) del Dnepr, passando alle dipendenze tattiche della 3ª Divisione celere "Principe Amedeo Duca d'Aosta" avendo il suo battesimo del fuoco nella battaglia di Petrikowka svoltasi tra il 27 e il 30 settembre 1941. Successivamente parteciperà a tutte le maggiori operazioni delle truppe italiane operanti sul fronte russo fra cui la celebre "battaglia di Natale" combattuta fra il 25 e 31 dicembre 1941. Nel 1943 combatte contro l'Armata Rossa sul Dnepr e, a seguito della seconda battaglia difensiva del Don, sono pochi i reduci che riescono a fare ritorno in Italia. La mattina del 26 agosto il Gruppo "Tagliamento", ridotto ad una forza complessiva di 14 ufficiali e 420 CC.NN., schierato sui costoni a nord-ovest di Gorbatowo, riceveva l'ordine di spostarsi a nord-est della stessa località per presidiare la q. 228, sulla dorsale fra le valli Kriuscha e Zuzkan. Ma la località, contrariamente alle previsioni, risultava essere già occupata dal nemico. Al Gruppo restava comunque affidata la difesa di un fronte di 15 km e ad essa provvedeva con occupazione nucleare collegata, nei suoi elementi fissi, da pattuglie mobili con armi automatiche. Il 2 settembre tutto il Gruppo «Tagliamento» veniva ritirato dalla linea ed era trasferito in riserva divisionale.
Dopo l'Armistizio di Cassibile, prima ancora che sia costituita la Repubblica sociale italiana, il 63º Battaglione entra a far parte della 2. Fallschirmjäger-Division e i suoi componenti pronunciano il giuramento militare tedesco. Con la costituzione della Repubblica Sociale Italiana assume la denominazione di 1ª Legione d'Assalto "M" Tagliamento, inquadrata nell'ambito della Guardia Nazionale Repubblicana in regime di collaborazione con le truppe di occupazione della Germania nazista. La Legione "Tagliamento", dapprima impiegata sulle montagne appenniniche in operazioni di rastrellamento degli ex prigionieri angloamericani fuggiti dai campi di concentramento, alla fine di novembre viene destinata in provincia di Brescia e il 19 dicembre 1943 nel Vercellese. Qui, fin dai primi giorni, tramite l'affissione di bandi, minaccia la fucilazione di dieci ostaggi per ogni uccisione di militi della RSI o di soldati tedeschi: la minaccia viene attuata la prima volta a Borgosesia il 22 dicembre, a seguito dell'uccisione il giorno precedente di due militi della Legione. La legione rimane nel Vercellese-Biellese fino a tutto il maggio 1944, dopo di che viene spostata sull'Appennino tosco-marchigiano, operando tra la provincia di Arezzo e quella di Pesaro, per coadiuvare lo schieramento tedesco in quel tratto di Linea Gotica. Nella circostanza emergono frizioni con i comandi tedeschi nella conduzione della repressione antipartigiana e anche con le organizzazioni di lavoro coatto (Todt e Organizzazione Paladino) nella ricerca dei renitenti alla leva repubblichina. Di lì nel settembre 1944 la Tagliamento si disloca nell'alto Trevigiano, sul confine con l'alto Vicentino, dove verso la fine del mese opera con le forze naziste la più feroce repressione antipartigiana in particolare nella zona del Monte Grappa. Quasi 500 sono le vittime di questo massiccio e prolungato rastrellamento, e pressoché altrettanti i catturati poi inviati nei campi di concentramento tedeschi. Contemporanea è l'azione dimostrativa operata a Bassano del Grappa, dove 31 partigiani o supposti tali vengono impiccati agli alberi dei bastioni nord della città. In ottobre la Legione si sposta fra le province di Bergamo e di Brescia, presidiando per l'intero autunno-inverno le valli Camonica e di Scalve. In questi luoghi attua una fortissima repressione: emblematico è l'episodio dell'incendio di Corti, frazione del comune di Costa Volpino che viene data alle fiamme per rappresaglia. Nel 1945 si trova a combattere le Battaglie del Mortirolo e a condurre azioni contro la resistenza vicentina.