Agrifactoring
Agrifactoring era la società costituita da Federconsorzi (quote sociali 20%) e le principali banche creditrici (80%) sorta per operare la fattorizzazione dei crediti della stessa Federconsorzi. Era presieduta dallo stesso presidente di Federconsorzi (Scotti).
Quando è avvenuto il dissesto Federconsorzi, i creditori di Agrifactoring, in particolare le banche estere, si aspettavano che le banche proprietarie di Agrifactoring onorassero i propri impegni, anche al di là delle disposizioni del Codice Civile. Di fronte al mancato rispetto di questa tradizionale comportamento del mondo bancario, le Banche estere revocarono gli affidamenti a BNL e minacciarono ritorsioni anche su Banca di Roma.
La partia fu poi composta con una postergazione di BNL, Banca di Roma e Efibanca, secondo il documento allegato.
Vi è poi un ulteriore documento in cui le banche italiane, beneficiarie della postergazione di cui sopra, si impegnavano, alla fine della partita, a retrocedere, a loro volta un quarto del beneficio ottenuto.
Nel procedimento penale di Perugia sono emerse altre circostanze "strane" e un'intera scheda (l'ottava- nella numerazione progressiva del fascicolo: dalla pagina 4231 alla pagina 5138) dei documenti depositati dal P.M. riguarda esclusivamente Agrifactoring: lo stesso P.M. , nrll'udienza del 27 giugno 2001 ha illustrato i motivi di tale deposito.
I fatti fatti principali sono:
- Agrifactoring ha votato, in sede di omologazione del Concordato Federconsorzi a favore come creditore chirografario per oltre 900 miliardi di lire. In un momento successivo ha sostenuto che per 470 miliardi, solo per errore non era stata fatta valere la posizione di creditore privilegiato. Con tale vertenza ha paralizzato per anni la distribuzione delle liquidità esistenti. Il tribunale di Roma, senza approfondire il carattere privilegiato o chirografario del credito, ha affermato che che Agrifactoring, votando, ha perso il diritto di invocare il privilegio. Il tribunale ha riconosciuto, a favore dei difensori di Federconsorzi, parcelle miliardarie in lire. La vertenza è stata poi composta nel senso che, fissati in 910 miliardi i crediti chirografari di Agrifactoring, la stessa avrebbe esercitato i diritti sui beni ottenuti in pegno, fino alla concorrenza del 100% del credito originario.
Per lo stesso importo di 471 miliardi di lire Agrifactoring sta anche esercitando una azione di ripetizione nei confronti di una società del gruppo Eni, in quanto derivanti da un complesso rapporto di factoring. La causa, a distanza di 14 anni, è ancora in primo grado.
La postergazione
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I documenti depositati dal P.M. dr. Razzi
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Stralcio da udienza del 27 giugno 2001