Attivista antifascista, aderisce al Partito comunista sin dalla sua costituzione e, giovanissimo, partecipa alle azioni degli Arditi del popolo ma, ricercato dalla polizia politica, è costretto ad emigrare. Rientrato clandestinamente in Italia nel 1927, viene arrestato e condannato a tre anni di reclusione dal Tribunale speciale. Uscito dal carcere riprende l’attività clandestina e nel 1943 è tra gli organizzatori degli scioperi del mese di marzo. Dopo l’armistizio è attivo a Milano dove comanda un distaccamento Gap. Più tardi raggiunge le formazioni partigiane dell’Oltrepò pavese. È nominato comandante della 51a brigata Capettini della 3a divisione Lombardia, operante nelle zone di Cella-Monforte e Brallo. Durante il rastrellamento di fine agosto in VI Zona è ferito e catturato presso Vesimo di Zerba nel piacentino e, pochi giorni dopo il suo arresto, viene fucilato a Cerreto di Zerba. A suo nome sarà intitolata la divisione Lombardia-Aliotta operante nella zona dell’Oltrepò pavese.