Rappresentante del Partito d'Azione nel CLN di Ovada (AL), partigiano della 10° Divisione Giustizia e Libertà "Langhe". Viene arrestato nei primi giorni di aprile 1944 durante il grande rastrellamento della Benedicta (AL) in quanto figura tra coloro che riforniscono i partigiani di beni di prima necessità; è amico di Giancarlo Odino (Italo), comandante dell'omonima Brigata Autonoma successivamente fucilato al Passo del Turchino (GE) nel maggio 1944.
Suoi nipoti sono Claudio e Renato Pesce, partigiani attivi nella VI Zona Operativa Liguria dapprima nella 1° Brigata Autonoma "Giancarlo Odino", poi nella 3° Brigata Liguria. Catturati anch'essi durante il rastrellamento della Benedicta e deportati nel campo di concentramento di Mauthausen, entrambi vi perdono la vita tra il novembre 1944 e il febbraio 1945.