Andreo Antonio è stato militare e successivamente patriota.
All'8 settembre 1943 Andreo Antonio è militare di leva al Deposito di Mondovì (CN). Dopo l'armistizio fugge e raggiunge la famiglia a Ventimiglia (IM); dopo il bando dei repubblicani ed in seguito ai rastrellamenti si rifugia in montagna nella zona del monte Carmo, dove si forma la prima banda di partigiani al comando del maggiore Rocchetin (?) fino a quando i repubblicani arrestano il fratello del maggiore e minacciano la prigionia per tutta la sua famiglia, alla fine del settembre 1943. Andreo torna dalla famiglia a Ventimiglia, dove giunge la cartolina per presentarsi al Fascio (?); dopo un iniziale rifiuto i Carabinieri ricercano il giovane finchè egli, per paura di rappresaglie, si presenta il 29/11/1943 e si fa arruolare nel reparto Recuperi degli Alpini di Oneglia (IM). Fugge poco dopo tornando a casa ma si presenta nuovamente dietro personale invito del colonnello Bosio; riprende servizio fino al giugno 1944 e accusa mali immaginari per fuggire ancora nascondendosi in frazione Latte (IM) con la famiglia. Viene arrestato il 09/07/1944 dal brigadiere Cesare Bruna ma, accusando falsi disturbi intestinali, raggiunge l'ospedale di Ventimiglia dove il prof. Gabetti (?) lo riconosce come difterico e si oppone per due volte al suo trasferimento. Il 05/10/1944 è tradotto nel carcere repubblicano di Sanremo (IM) e poi alla Caserma Muti di Imperia dove scampa alla fucilazione ma restando in carcere. La madre, Adelaide Via (?) si reca ad Alessandria il 10/01/1945 dal generale Delogus o Delocus e, dopo varie suppliche, gli fa spedire un contrordine che annulli la deportazione del figlio in Germania. Liberato (il figlio?), egli si reca quotidianamente ad Oneglia forse per contatti col locale Cln. Il giovane è ancora vivo il 24/04/1945 e viene avvisato di fuggire nottetempo in quanto pedinato dai tedeschi ma da allora non se ne sa più nulla. Tra maggio e giugno la madre gira per cercarlo, scoprendo infine il suo cadavere nell'ospedale di Pontedassio (IM) il 02/06/1945. Era stato sepolto sotto poco terreno e così scoperto casualmente da dei bambini, presenta una ferita da arma da fuoco alla nuca ed una pugnalata nel fianco, vestito da borghese con un fucile accanto e quattro pallottole in tasca.
Fonte: La relazione redatta il 22/06/1945 dalla sorella Maria Teresa Andreo per il Cln (di Bordighera?) è reperibile nel Fondo Cln Imperia, busta I 114, fascicolo "Cln Ventimiglia" conservato nell'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea, Ilsrec, di Genova.