Entra nel movimento antifascista negli anni dell'università e, con un gruppo di intellettuali, fonda la rivista Pietre. Nel 1928, durante il corso allievi ufficiali, viene degradato per motivi politici e assegnato a una compagnia di disciplina.
Dopo i primi contatti con Carlo Rosselli, aderisce al movimento Giustizia e Libertà ma, successivamente, nel 1935, si iscrive al Partito Comunista. Nel giugno 1937 è arrestato per appartenenza al Fronte unico antifascista e deferito al Tribunale speciale ma, dopo due mesi di segregazione, è assolto per insufficienza di prove. A Genova, durante la guerra di Spagna è, con Arturo Dellepiane tra i promotori dell'emigrazione dei volontari antifascisti. All'armistizio è con Aldo Gastaldi (Bisagno) e Giovanni Serbandini (Bini) tra gli organizzatori della Resistenza, dando vita ai gruppi di Favale e Cichero. Nel dicembre 1943 diventa componente del Comando militare del Pci, responsabile dei collegamenti con il levante genovese. Il 18 marzo 1944 è arrestato dalle SS e dopo tre mesi di prigionia, durante i quali resiste alle torture riuscendo a non farsi strappare nomi o altre informazioni, viene deportato a Mauthausen. Rientrato in Italia nel giugno del 1945, si dedica all'attività politica ricoprendo varie cariche tra le quali quelle di consigliere comunale e provinciale a Genova.
Dizionario della Resistenza in Liguria, (a cura di) F. Gimelli, P. Battifora, De Ferrari Editore, Genova, 2021