Archivio Centrale dello Stato di Roma

  • Storia

    L'Archivio centrale dello Stato (ACS) è un istituto dotato di autonomia speciale del Ministero della cultura, e afferisce alla Direzione Generale per gli Archivi. Ha sede nella città di Roma nel quartiere EUR, in Piazzale degli Archivi 27. I suoi compiti istituzionali sono definiti in linea generale dal Codice dei beni Culturali e del paesaggio (Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) e nello specifico dall’art.6 del Regolamento dell’Archivio centrale dello Stato, adottato con Decreto Ministeriale 7 ottobre 2008.

    L'ACS conserva prevalentemente i documenti (dal 1861 in poi) degli organi centrali giudiziari e amministrativi dello Stato italiano. L'origine risale al Regio decreto 25 maggio 1875, n. 2552, che istituì l'Archivio del Regno d'Italia con la finalità di conservare, oltre agli originali delle leggi e decreti, allo stato civile di Casa Savoia e al registro araldico, anche gli atti dei dicasteri centrali non più occorrenti "ai bisogni ordinari del servizio". L'Archivio del Regno rimase tuttavia per lungo tempo un'istituzione priva di completa autonomia: la sede, la gestione dei documenti e la direzione amministrativa erano infatti in comune con l'Archivio di Stato di Roma. La situazione restò invariata fino all'indomani della seconda guerra mondiale quando cominciò a farsi strada l'esigenza di una diversa organizzazione dell'Istituto e della sua sistemazione in una sede definitiva e autonoma. Tale orientamento era dettato anche dalla necessità di trovare una collocazione idonea agli archivi delle amministrazioni centrali che erano stati fatti trasferire al nord Italia durante la Repubblica di Salò e che erano poi stati recuperati alla fine della guerra. La piena autonomia dell'Istituto fu sancita dalla legge 13 aprile 1953, n. 340: venne ufficializzata la nuova denominazione di Archivio Centrale dello Stato e operata la distinzione dall'Archivio di Stato di Roma, e fu posto alla direzione dell'Istituto il funzionario con il grado più elevato dell'amministrazione archivistica.
    In concomitanza si trovò anche la soluzione all'annoso problema della sede, individuata infine nell'edificio monumentale dell'EUR che avrebbe dovuto ospitare la mostra delle corporazioni nell'ambito dell'Esposizione universale di Roma. Il trasferimento presso la nuova sede fu effettuato nel 1960. Nel 2008 l'Archivio Centrale dello Stato è diventato un istituto dotato di autonomia speciale nell'ambito del Ministero per i beni e le attività culturali (D.P.R. 26 novembre 2007, n. 233 e D.M. 7 ottobre 2008) acquisendo autonomia scientifica, finanziaria, organizzativa e contabile.
    Il d.p.c.m. 29 agosto 2014, n. 171, entrato in vigore dal 24 giugno 2014, e noto anche come Riforma Franceschini, modifica il modello organizzativo, gestionale ed informatico del "Ministero", le direzioni generali. Nel caso specifico, il provvedimento attribuisce alla Direzione Generale Archivi l'esercizio dei poteri di direzione, indirizzo, coordinamento, controllo sugli Archivi di Stato e dalle Soprintendenze archivistiche. L'esercizio è riferito alle attività di tutela dei beni archivistici, cui tali amministrazioni aggiungono anche quelle di valorizzazione. La legge introduce il diritto di avocazione e di sostituzione "in caso di necessità ed urgenza" (art. 21, comma 1). Le funzioni di indirizzo, vigilanza, approvazione del bilancio (previsionale e consuntivo), assegnazione di risorse umane e strumentali all'Archivio Centrale dello Stato, che viene qualificato come "Istituto dotato di autonomia speciale" (art. 21, comma 3), ed in particolare "quale ufficio di livello dirigenziale non generale" (art. 30, comma 2). L'ACS provvede ai suoi compiti istituzionali con le risorse finanziarie di bilancio ordinarie e straordinarie; con i proventi derivanti dallo svolgimento delle attività di promozione, pubblicazione, consulenza e collaborazione con soggetti pubblici e privati, nazionali e internazionali; con i contributi di amministrazioni ed enti pubblici e privati italiani, comunitari, nonché di organizzazioni internazionali finalizzati ad attività conformi ai compiti dell'Istituto; con contributi sotto forma di quote di iscrizione per corsi di formazione e aggiornamento organizzati in proprio.
    L'Istituto, luogo obbligato per qualsiasi attività di ricerca storica sull'Italia contemporanea, rende consultabile la documentazione conservata, dopo averne curato i lavori archivistici di ordinamento e inventariazione. Presso l'ACS è conservata un'importante raccolta di carteggi di personalità del mondo politico, militare, artistico e culturale, dal periodo risorgimentale ai giorni nostri. L'Istituto raccoglie, inoltre, la documentazione di numerosi enti pubblici soppressi e non, tra i quali: l'Opera Nazionale Combattenti (1920-1978), l'Ente EUR (1936-1945), l'IRI (1920-1960) e l'Enel (1920-1960).  È custodito nell'ACS un importante patrimonio fotografico, sia in serie autonome che all'interno delle diverse serie archivistiche. Alcune importanti fonti documentarie sono conservate in microfilm (Commissione Alleata di Controllo e Governo Militare Alleato), in cd (gli Archivi dell'Internazionale Comunista) e in video cassette (la Collezione italiana delle interviste della USC Shoah Foundation Institute for Visual History and Education). Nel fondo denominato "Archivi fascisti" sono conservate le carte della segreteria particolare di Benito Mussolini, del Partito nazionale fascista, della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, della Mostra della Rivoluzione Fascista, delle Brigate Nere, della Guardia nazionale repubblicana, quella indicata come "RSI-Miscellanea" e del Partito Fascista Repubblicano. Del periodo della Resistenza italiana sono custoditi presso l'Istituto l'archivio del Comitato centrale di liberazione nazionale e di quello di Brescia. Inoltre sono conservati gli archivi di privati e famiglie (ad esempio quello di Gabriele D'Annunzio) e di partiti o movimenti politici, sindacati, associazioni e comitati.

    Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Archivio_Centrale_dello_Stato