Associazione per la lotta contro le malattie mentali, Torino

  • Storia

    L’Associazione per la lotta contro le malattie mentali nasce a Torino nel 1967, sull’onda delle sperimentazioni avviate a Gorizia da Franco Basaglia e dal suo team. Fin dalla sua istituzione, l’ALLM ha svolto un’opera di sensibilizzazione che, partendo da un’analisi di stampo marxista, ha denunciato la natura repressiva del sistema manicomiale cittadino e contribuito al graduale smantellamento dell’istituzione psichiatrica tradizionale.
    Attraverso campagne di sensibilizzazione, petizioni, deposizioni di pazienti e parenti, l’ALMM ha esercitato sin da subito una pressione politica tale da coinvolgere sia i movimenti studenteschi che il movimento operaio, i media e gli amministratori locali. Attraverso mostre e assemblee, mantenne vivo il dibattito e rese pubblico ciò che fino ad allora era stato confinato tra le mura dell’istituzione psichiatrica e ai margini della società.
    Un momento spartiacque per la riforma psichiatrica a Torino fu l’occupazione pacifica dell’ospedale di Collegno a seguito di una mostra fotografica e di un’assemblea tenutasi presso l’università di Architettura nel dicembre del 1968 grazie al diretto coinvolgimento dell’ALMM.  Fu la prima volta che dei comuni cittadini varcavano la soglia di un manicomio, le mura del quale da quel momento in poi dovettero restare aperte ai membri della Commissione di tutela dei diritti dei ricoverati, istituita qualche mese più tardi, al teatrino del manicomio di Collegno. La Commissione, costituita da 35 membri, ha avuto, a partire dall’ottobre del 1969, l’autorizzazione a visitare gli edifici e ad intervistarne i pazienti, esercitando, prima volta in Italia, uno strumento di garanzia e controllo svolto da liberi cittadini su un’istituzione pubblica. Il lavoro della Commissione di Tutela si concretizzò nella stesura della prima Carta rivendicativa dei diritti dei ricoverati negli ospedali psichiatrici. Inoltre, attraverso periodiche ispezioni, la Commissione iniziò a raccogliere testimonianze dirette, successivamente utilizzate per il libro La fabbrica della follia e che hanno poi costituito il materiale probatorio per un esposto alla Procura di Torino.
    L’ALMM si propone l'esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale, operando nei settori dell'assistenza sociale e socio-sanitaria, della formazione e della tutela dei diritti civili con lo scopo di contribuire alla cura, alla riabilitazione ed al reinserimento dell'individuo nella società, alla difesa dei diritti del malato di mente, al superamento di quei pregiudizi sociali legati al concetto di malattia mentali. L’ALMM è stata riconosciuta, parte civile in procedimenti penali che hanno coinvolto o coinvolgono persone con fragilità psichica a cui è stato negato il diritto alla cura o negati loro la dignità e il rispetto dovuti a ogni cittadino. Ha lavorato e lavora attivamente nell’ambito delle politiche sociali, in ultimo partecipando all’ottenimento dell’approvazione della nuova DGR 84 di riordino della residenzialità psichiatrica, che abroga la DGR 29 contro la quale siamo stati impegnati presso i tribunali amministrativi per oltre sette anni. È oggi incaricata, insieme a Di.A.Psi. Piemonte, di rappresentare le Associazioni di Utenti e Famigliari della Salute Mentale piemontese nel Coordinamento Regionale Area Salute Mentale istituito dalla Regione Piemonte il 29 marzo 2022.