Avvenire democratico, periodico

  • Storia

     L'Avvenire Democratico esce per la prima volta il 25 aprile 1945, sottotitolato "Organo della Federazione provinciale Astigiana del Partito d'Azione". In alto si legge: "Mentre andiamo in macchina i partigiani delle nostre formazioni "Giustizia e Libertà" coi compagni Garibaldini delle formazioni autonome si stanno schierando lungo il Tanaro per dare un fiero colpo alle orde tedesche e fasciste in fuga. Lo spirito che anima i Volontari della Libertà è entusiastico. Venti mesi di lotte, di sacrifici e di sangue sono compensati da questa ora radiosa. Tutti vogliono farla finita colla canaglia che per ventitrè anni ha insudiciato il nostro suolo. L'ultima battaglia sarà forse la più dura, ma sarà combattuta con coraggio in nome dei nostri ideali di Giustizia e Libertà. Viva l'Italia libera!".
    Titoli di altri articoli apparsi sul primo numero sono: "Il Partito d'Azione e la società italiana di domani", in cui principalmente si discutono i problemi attuali e futuri sui quali si accentra l'interesse del PdA: il problema istituzionale, quello della libertà, della democrazia e del socialismo. "Vae Victis!", che riprende il motto di Erenno dal Campidoglio; qui si tratta l'apatia e l'indifferenza nell'animo dei più durante il periodo bellico e il fatto di dover accettare come oggettiva questa situazione, ma anche la necessità di non reagire passivamente bensì cercare riscossa spirituale e volontà di risorgere. "I contadini e il dopoguerra", in cui si discute la difficoltà di fare previsioni sull'orientamento politico delle masse agricole nell'immediato dopoguerra vista soprattutto la tradizionale, conservatrice diffidenza verso un mondo lontano da quello delle campagne; si tratta inoltre l'importanza della produzione agricola e l'aumento di consapevolezza nei contadini di rapppresentare una forza politica ed economica indispensabile alla vita e al progresso del Paese. Un riquadro a fondo pagina del PdA Unione regionale piemontese richiama i meriti dei combattenti ed esorta la popolazione alla memoria delle gesta avvenute. Sul retro altri articoli sono: "Dovere di coscienza politica", in cui si dice che è necessaria la formazione in ogni cittadino, nei limiti delle sue possibilità, di una coscienza politica e dell'evitare il disinteressarsi della cosa pubblica visto che molti si fanno vanto di essere apolitici ed in buona fede credono di essere privilegiati, anche se in parte comprensibilmente dopo vent'anni di fascismo in cui al cittadino era negata ogni minima manifestazione di pensiero. "Per la restaurazione della giustizia", in cui ci si pone l'obiettivo non di giustiziare sommariamente i criminali fascisti, perchè scomparirebbero senza accorgersi di venire puniti, ma di annientarli col peso delle loro colpe da scontare per molti anni. Seguono altri riquadri del Cln e delle formazioni Giustizia e Libertà, che del primo sono l'espressione migliore delle proprie forze.