Banda "Gigi", RSI

  • Storia

    Nell’estate del 1944 la continua crescita delle fila del movimento partigiano preoccupa seriamente il comando tedesco in Liguria. Verso la metà del mese di luglio giunge nella valle del paesino di Cichero (GE) la cosiddetta Banda Gigi, composta da SS italiane e militi fascisti con sede nella famigerata Casa dello Studente di Genova. Armata di tutto punto e con tanto di fazzoletto rosso al collo, raccontano di provenire da Imperia e di essere diretti a La Spezia per andare incontro all'imminente sbarco alleato. Agli occhi di alcuni valligiani, tuttavia, appaiono troppo ben armati e con vestiti eccessivamente curati per essere veri partigiani, segnati dalla dura vita in montagna e spesso con abiti di fortuna. I sospetti iniziano dunque a circolare e qualcuno si premura di segnalare la presenza degli strani ospiti alle bande locali. Al comando del maresciallo Josef Peters, la banda ha infatti il compito di raccogliere informazioni e infiltrarsi tra le file del locale movimento partigiano; terrorizzano la popolazione, depredano i civili e strappano notizie sui "ribelli" con la paura.
    In luglio la Banda Gigi cattura "Francesco", una staffetta, che fortunatamente riesce a fuggire e a dare l'allarme. Il Distaccamento partigiano "Peter" si mette sulle tracce dei nemici e riesce ad individuare e catturare quattro componenti della "Gigi" che si sono attardati all'osteria del monte Cornua, sullo spartiacque tra Sori e Pannesi (GE). Il grosso della banda riesce tuttavia a dileguarsi. Dagli interrogatori dei catturati si viene a sapere che si tratta di una trentina di uomini ben armati, al comando del maresciallo Peters e spesso accompagnati dalla "Bella Rosy", spia e amante del tedesco. I quattro prigionieri vengono fucilati poco dopo ma il 16 luglio, vistisi ormai scoperti, i rimamenti della "Gigi"
    danno il via ad un rastrellamento in cui catturano 7 partigiani appartenenti alla sezione stampa appena giunti in zona e ancora poco armati. I patrioti catturati vengono condotti in località Gnorecco (GE) e fucilati
    dopo essere stati costretti a scavarsi la fossa.
    Il 14 settembre 1944 gli uomini di Franco Anselmi (Marco), comandante della Brigata Garibaldi Arzani, smascherano 33 SS italiane della "Gigi" mentre stanno tentando di infiltrarsi tra alcuni raggruppamenti partigiani nelle valli alessandrine Borbera e Curone. Con un'abile manovra i partigiani isolano la squadra, la disarmano e catturano tutti i componenti tranne il maresciallo Peters. Dopo essere stati interrogati e processati vengono fucilati. Questo episodio pone fine alla famigerata banda, responsabile di gravi e reiterati episodi di infiltrazione e spionaggio. Relativamente alla "Bella Rosy", la donna viene catturata poco dopo e trasferita alla Colonia di Rovegno per un lungo soggiorno al campo prigionieri, in cui sembra fare ammenda delle proprie colpe e chiede addirittura di entrare tra le fila partigiane. Viste le sue gravissime colpe e le crudeltà alla cui esecuzione ha partecipato, il Comando Militare Regionale Ligure rifiuta seccamente e ne ordina la fucilazione. Il maresciallo Peters ed alcuni altri uomini del gruppo tornano qualche giorno dopo nel paese di Cichero assieme alle Brigate Nere di Vito Spiotta ma vengono riconosciuti dai contadini, anche se hanno smesso il travestimento da partigiani per indossare l'uniforme militare. In tutta risposta, dunque, bruciano il paese fino alle fondamenta ma vengono catturati alcuni mesi dopo dagli uomini di Aurelio Ferrando (Scrivia) mentre stanno tentando un analogo tranello in località Dernice (AL). Solo Peters riesce a fuggire, gli altri vengono fucilati.

    Fonte: Testa, Antonio, "Partigiani in Valtrebbia. La Brigata Jori", Genova 1980, p.39