Bandiera, Irma, (Mimma)

    Data di esistenza

    Data di nascita : 08/04/1915

    Data di morte: 14/08/1944

  • Biografia

    Irma Bandiera (Bologna, 8 aprile 1915 – Bologna, 14 agosto 1944) è stata una partigiana italiana, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
    Irma nasce in una benestante famiglia bolognese: il padre Angelo è un capomastro edile avvicinatosi all'antifascismo durante la dittatura, la madre è Argentina Manferrati, la sorella si chiama Nastia.
    Il fidanzato di Irma, militare, è fatto prigioniero dai tedeschi a Creta dopo l'8 settembre 1943 e resta disperso dopo che la nave su cui era imbarcato per il trasferimento in Germania è bombardata e affonda al porto del Pireo. Le sue ricerche restano infruttuose. Per via di questa perdita la giovane inizia ad aiutare i soldati sbandati dopo l'armistizio e ad interessarsi di politica, aderendo al Partito Comunista. A Funo, dove andava a trovare i parenti, conosce Dino Cipollari, uno studente di medicina diventato partigiano con il nome di battaglia "Marco". La sua decisione è presa ed entra nella 7° Brigata Gap "Gianni Garibaldi" di Bologna, molto attiva nella bassa bolognese, facendosi chiamare "Mimma".
    Il 5 agosto 1944 i partigiani uccidono un ufficiale tedesco e un comandante delle Brigate Nere, fatto che scatena il giorno successivo una rappresaglia a Funo. Tre partigiani vengono arrestati e portati alle scuole di San Giorgio di Piano. Appena due giorni dopo Irma trasporta delle armi alla base della sua formazione a Castel Maggiore. La sera del 7 agosto viene arrestata anche lei a casa dello zio, insieme ad altri due partigiani. Rinchiusa nelle medesime scuole di San Giorgio ma separata dai compagni, è quindi tradotta a Bologna, dove i fascisti sperano di ottenere da lei altre informazioni sulla Resistenza. Per sei giorni e sei notti Irma viene ferocemente seviziata dai fascisti della Compagnia Autonoma Speciale, guidati dal Capitano Renato Tartarotti, che arrivano ad accecarla con una baionetta, ma la donna resiste senza lasciarsi sfuggire una singola parola e preservando così i suoi compagni partigiani. Dopo averla trascinata gravemente ferita ma ancora viva al Meloncello di Bologna, nei pressi della casa dei suoi genitori, i fascisti la fucilano infine con alcuni colpi di pistola a bruciapelo il 14 agosto 1944. La famiglia Bandiera la cerca alle Caserme Rosse di via Corticella, centro di smistamento per i deportati, sperando che possa essere anche tra i detenuti liberati il 9 agosto dai gappisti nel carcere cittadino di San Giovanni in Monte. La madre continua a cercarla invano, assieme alla sorella, in Questura e al Comando tedesco di via Santa Chiara 6/3.
    Il corpo di Irma viene ritrovato il 14 agosto sul selciato vicino allo stabilimento della ICO, fabbrica di materiale sanitario, dove i suoi aguzzini l'avevano lasciata in vista per una intera giornata come monito alla popolazione. La salma viene quindi trasferita all'Istituto di Medicina Legale di via Irnerio dove un custode, amico della Resistenza, scatta le foto del viso devastato dalle torture. Irma viene infine sepolta nel Cimitero monumentale della Certosa di Bologna. Il 4 settembre 1944, la federazione bolognese del PCI fa circolare un foglio clandestino in cui si ricorda il senso patriottico del sacrificio di Irma, incitando i bolognesi a intensificare la lotta partigiana per la liberazione dal nazi-fascismo. In suo onore, nell'estate del 1944, una formazione di partigiani operanti a Bologna prende il nome di Prima Brigata Garibaldi "Irma Bandiera". A lei è inoltre intitolata una brigata SAP operante nella periferia nord di Bologna ed un GDD (Gruppo di Difesa della Donna).
    Alla fine della guerra Irma Bandiera viene decorata postuma della Medaglia d'Oro al Valor Militare insieme ad altre 18 partigiane.

    Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Irma_Bandiera