Già organizzatore del movimento clandestino dal novembre 1943, diventa, per il Pci, il responsabile dei collegamenti di fondovalle e si occupa di fornire aiuto agli antifascisti nelle zone di Acqui Terme, Novi Ligure ed Ovada. Inoltre, la Delegazione brigate Garibaldi gli affida il coordinamento politico delle attività di formazione nella stessa zona. E’ componente della 3ª brigata Liguria e, dopo il rastrellamento della Benedicta, della brigata Buranello. Il 12 settembre 1944 ottiene l’incarico di commissario della divisione Doria, poi divisione unificata Ligure-alessandrina. Il 10 ottobre è coinvolto nel rastrellamento dell’Olbicella, durante il quale riesce, fortunosamente, a fuggire alla cattura da parte delle forze tedesche. Divenuto commissario politico della divisione Mingo, è il promotore, fra l’altro, della stampa di Il Ribelle, giornale clandestino della divisione. Il 22 marzo 1945 accompagna il comandante Gregorio Cupic (Boro) alla riunione dedicata al problema della divisione delle zone d’influenza tra le formazioni partigiane e dei rapporti con il Comando militare piemontese. Dopo la Liberazione assume un incarico direttivo nella questura di Genova.