Bartolozzi, Elio Vittorio

    Data di esistenza

    Data di nascita : 1936

  • Biografia

    Elio Vittorio Bartolozzi è stato un macchinista ferroviere nato a Sestri Levante (GE) nel 1936. Nella sua storia di ragazzo i partigiani sono entrati quando ancora non erano organizzati, giovanotti di una decina
    d’anni più “grandi” di lui, per la maggior parte operai, che vivevano in case vicine alla sua a Santa Margherita di Fossa Lupara, frazione agricola di Sestri Levante. Santa era un fortino elettorale dei comunisti e il comunismo con al seguito la Resistenza era entrato in casa di Elio con tre dei suoi fratelli maggiori. A
    Santa la Resistenza era storia comune; il suo ricordo genuino e la celebrazione popolare.
    La guerra da cui era emersa la Resistenza ha avuto riscontri precisi nella vita di Elio. Nella piana di Santa, dove c’era la casa che abitava con fratelli e sorelle, stavano acquartierate a partire dal 1943 truppe tedesche, Alpini della Monterosa, “mongoli” e dopo la Liberazione truppe Alleate, “americani di colore, specialmente”. Presenze che hanno determinato una densa produzione di cippi e lapidi a ricordo di caduti partigiani, disertori e patrioti fucilati o vittime di rappresaglie.
    Fu nell’occasione della stesura di un opuscolo in memoria del comandante della “Coduri", locale divisione partigiana, che Elio venne in contatto con molti partigiani del Tigullio. Grazie ad essi, luoghi, persone e cose in mezzo alle quali era cresciuto rivelarono  problematiche sconosciute. Del partigianato locale divenne un “esperto” al punto che, nel 1975, il quotidiano genovese “Il Lavoro” lo invitò a scrivere in cinque puntate una storia della Divisione “Coduri”.
    In pensione, Elio ha rimesso mano ai suoi appunti di allora e ad altri aggiuntisi in seguito e li ha raccolti su un sito internet –www.netpoetry.it – dove, oltre che di poesia, sua antica passione, si parla anche di
    Resistenza e dove si possono incontrare molti dei suoi protagonisti spesso sconosciuti ai più. Grazie ad esso molti partigiani (e non) sono entrati in contatto con lui, hanno chiesto e dato informazioni, posto quesiti. Tra questi anche Enzo Galizzi di Bergamo, figlio di Luciano, il partigiano “Argo” della “Coduri”, un sopravvissuto della squadra dove Zelasco aveva trovato la morte.
    Era una storia confusa quella di Zelasco. Ad essa, per quei singolari volteggi di cui è quasi impossibile stabilire l’origine, era stata associata, senza alcun nesso probante, la morte di un alpino della Monterosa, avvenuta lo stesso giorno e nell’ambito del conflitto a fuoco proprio contro il gruppo di Zelasco. Una banale
    coincidenza, fino a quando qualcuno non aveva cominciato ad usarla per fini meno nobili e poco rispettosi della storia.
    Per Elio il sito web non è stato solo una porta sul passato ma anche sul presente. Grazie ad esso, periodicamente, sono molti gli studenti del Tigullio che gli chiedono chiarimenti sugli episodi raccontati. Nel Tigullio, anche grazie al sito di Elio, la Resistenza sembra avere ancora fortuna.

    Fonte: http://www.isrecbg.it/web/wp-content/uploads/2014/04/Bartolozzi_-N.-76.pdf