Il Battaglione costiero partigiani "Italo Zinara" (partigiano caduto durante la lotta di Liberazione) opera nel territorio di Deiva Marina e rientra nella Brigata costiera, IV Zona operativa. La Brigata Costiera risulta essere una piccola formazione partigiana finalizzata soprattutto al controllo del territorio e di quanto avviene su di esso, anche e soprattutto a livello di situazione viveri e materiale.
Tale formazione data, secondo un documento, dall’ottobre 1944, avendo come area di riferimento quella che va da monte Parodi a Deiva e come obiettivo quello di compiere sabotaggi, sia lungo la linea ferroviaria che va dalla Spezia a Genova sia contro altre vie di comunicazione. La sede del Comando è a Villa Faggiola, lungo la mulattiera fra Levanto e Pignone, questo perché le azioni della “Costiera” riguardano non solo la costa ma anche la bassa Val di Vara, compresa fra Riccò, Padivarma e Roverano. Comandante di essa risulta essere nel dicembre 1944 “Gino” e Commissario “Tito”. La Brigata, che ha fondamentalmente come area di riferimento la fascia a mare, proprio nei giorni in cui inizia il rastrellamento del 20 gennaio 1945 sta ristrutturandosi per integrarsi con il Battaglione “Pontremolese” nello Zerasco: proprio perciò essa è in parte a Sasseta di Zignago. Gli uomini che lì si trovano seguono così le sorti dei reparti garibaldini in sganciamento verso il Gottero. Un altro contingente è impegnato in azioni di sabotaggio nelle zone de L’Ago, Cassana, Pogliasca, riuscendo a sabotare un segmento di strada a Pogliasca per poi ripiegare su Casale, un’altra squadra è infine a Coloretta di Zeri.
Dopo il rastrellamento non emerge comunque dai documenti un accorpamento della “Costiera” con il Pontremolese (cosa che avverrà decisamente dopo), tanto che al 23 febbraio 1945 l’organico di essa risulta essere autonomo e composto da Compagnia 5 Terre, Compagnia Portovenere, Compagnia Levanto, rispettivamente di 130, 100, 80 uomini. Il 4 febbraio 1945 gli uomini della “Costiera” fanno saltare la linea ferroviaria fra Vernazza e Corniglia e tale operazione si ripete il 12 febbraio 1945, avendo come conseguenza il deragliamento del treno. In data 8 febbraio 1945, quasi a voler intervenire per porre fine ad un periodo troppo lungo di inattività, abbiamo anche un documento che ci dice come il Comando della Ia Divisione Liguria-Picchiara ordini perentoriamente alla stessa “Costiera” di interrompere la ferrovia e di attaccare il forte Bramapane.
Il 16 febbraio inoltre i partigiani scendono a Vernazza, invitano la popolazione a rimanere in casa, bloccano la linea ferroviaria e controllano i passeggeri di un treno in transito, scontrandosi poi, poco fuori paese, con una pattuglia alpina (feriscono un alpino e ne prendono prigionieri tre). Da qui nasce una ritorsione delle Brigate Nere che invadono Vernazza, saccheggiano e bruciano case di sospetti, scontrandosi fuori paese con una pattuglia della stessa “Costiera”. In data 28 febbraio 1945 c’è una relazione durissima contro il comandante “Gino” da parte di “Ambrosio” (cioè Anselmo Corsini, commissario politico della 1a Divisione Liguria-Picchiara)[7]. con cui, in data 2 marzo 1945, si complimenta “Turchi” (cioè il colonnello Mario Fontana, Comandante della IV Zona Operativa).
In data 24 marzo 1945 il Comando Ia Divisione Liguria-Picchiara notifica che dal 25 marzo il capitano “Gino” cessa dal Comando della “Costiera” e va al Comando Divisione, sostituito sempre in tale data dal tenente Lucchetti ( il cui nome di battaglia è “Genovese”). I fascisti, che hanno reagito in forze alle azioni di febbraio, scoprendo l’Archivio della “Costiera”, in data 29 marzo 1945 battono, con una grossa operazione cui partecipano settecento rastrellatori, il fondovalle lungo tutta la linea che va da Riccò a Levanto. E’ proprio tale rastrellamento che porta probabilmente allo scioglimento della fragile Brigata “Costiera” e al trasferimento dei suoi uomini ad altre Brigate.
Per le informazioni sulla Brigata costiera si veda: http://www.isrlaspezia.it/strumenti/lessico-della-resistenza/brigata-costiera/