Batteria "Mameli" di Pegli

  • Storia

    La batteria Mameli, costruita dal Genio militare nel 1935 sulle alture di Pegli a difesa del ponente della città di Genova, è insieme alla batteria Monte Moro e la batteria di Punta Chiappa, una delle più importanti opere difensive costiere del golfo di Genova durante il secondo conflitto mondiale.

    Nel primo dopoguerra, la costruzione e la messa in funzione di importanti opere difensive costiere procedette a ritmo lento, limitandosi tutt'al più all'installazione di qualche medio-piccolo calibro molto a ridosso della costa. A Genova, dopo aver dismesso le batterie di San Benigno, di Punta Vagno e della Strega, e inviato nel 1914 a Taranto e Brindisi le maggiori artiglierie, si sentiva il bisogno di potenziare il sistema difensivo dopo l'incrinatura dei rapporti diplomatici con le altre potenze europee, soprattutto con Francia e Gran Bretagna. Dal 1935 per integrare queste batterie, furono approntati una serie di treni armati (T.A.) dotati di pezzi da 120/45 e 152/40. Sei di questi vennero dislocati in Liguria con base logistica a La Spezia e comando operativo a Genova. Sempre nel 1935 venne dunque costruita la batteria Mameli sull'altura chiamata "vetta" di Pegli dal genio militare e armata con tre pezzi antinave da 152/50. Le prime modifiche si ebbero nel 1941, con l'ampliamento dei depositi di munizioni e con la costruzione di una casamtta per arma automatica, fornita di numerose feritoie a protezione della strada di accesso al complesso.
    I rapporti con la Francia precipitarono dopo la dichiarazione di guerra avvenuta il 10 giugno 1940, quando l'Italia dichiarò guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. Passati quattro giorni, il secondo gruppo navale della Terza Squadra francese comandata dall'ammiraglio Henri Duplat si avvicinò alla costa tra Arenzano e Sestri Ponente ed iniziò un violento canoneggiamento contro le installazioni industriali del capoluogo ligure. La reazione delle difese costiere fu immediata ma non molto efficace: la batteria Mameli sparò 64 colpi con i suoi pezzi da 152 ed uno colpì il cacciatorpediniere Albatros nel locale caldaie di poppa, provocando 12 morti tra i marinai francesi. Aprirono il fuoco anche i due pontoni armati del porto di Genova; il pontone armato GM-194 ormeggiato all'estremità del terzo molo di Sampierdarena, che sparò due colpi con la grande torre binata da 381 mm, e il pontone armato GM-269 che lanciò un solo colpo con le sue torri binate da 190/39.
    Il 9 febbraio le difese costiere di Genova vennero nuovamente messe a dura prova. La Force H dell'Ammiraglio inglese James Fownes Somerville sparò 273 colpi da 381 mm e 782 colpi da 152 mm oltre a numerosi altri pezzi di piccolo calibro, e la batteria Mameli rispose con soli 14 colpi da 152 mm a causa della fitta foschia. Molti colpi caddero in acqua, dando prova delle vistose carenze difensive dell'opera. Il Regio Esercito corse dunque ai ripari costruendo le batterie di Monte Moro, Arenzano e Portofino per cercare di coprire lo specchio di mare antistante Genova con fortificazioni agli estremi della città.
    Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, questa e tutte le altre batterie genovesi passarono sotto il controllo delle forze nazi-fasciste. Uno dei tre pezzi venne protetto con una casamatta in cemento armato a tipica forma a "guscio". Successivamente la batteria non ebbe più modo di operare, Genova subì altre incursioni stavolta dall'alto con fitti bombardamenti alleati, e la mancanza di pezzi antiaerei rese inutile il complesso di Pegli.

    Oggi il complesso è visitabile, ospita un museo e la sede del Coordinamento Ligure Studi Militari (C.L.S.M.) in un giardino dedicato ai caduti di Nassirya, oltre alla casamatta "Todt" sono ancora visibili le altre due piazzole scoperte, una quarta piazzola destinata al tiro illuminante e due bunker osservatorio. Dal 2011 è stato aperto, nel bosco che circonda la batteria, un Parco Avventura sospeso fra gli alberi, attività che ha contribuito a bonificare la zona dal degrado e dal vandalismo aumentandone il presidio e coinvolgendo scolaresche, associazioni ed enti per rendere sempre più visitato questo luogo storico.

    Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Batteria_Mameli