Data di nascita : 02/02/1881
Data di morte: 11/09/1945
Nicola Bellomo (Bari, 2 febbraio 1881 – Nisida, 11 settembre 1945) è stato un generale italiano. Accusato di crimini di guerra e fucilato dagli inglesi, nel 1951 fu decorato dalla Repubblica Italiana con la Medaglia d'argento al Valor militare. Bellomo si era particolarmente distinto durante la prima guerra mondiale con il grado di capitano di artiglieria, ottenendo la decorazione di Croce di Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia. Fu richiamato in servizio il 15 gennaio 1941 per esigenze belliche, con il grado di generale di brigata, e gli fu affidato l'incarico di Comandante del Presidio Militare di Bari.
Guidò le ricerche di un gruppo di incursori inglesi che, paracadutatisi nelle campagne nei pressi di Calitri (AV) nella notte tra il 10 e l'11 febbraio 1941, avevano distrutto con cariche esplosive il ponte-canale Tràgino e danneggiato il ponte-canale Ginestra dell'Acquedotto pugliese (Operazione Colossus).
Dopo tre giorni di ricerche Bellomo, i bersaglieri e i carabinieri catturarono i 35 uomini del commando, che vennero poi rinchiusi nel campo di prigionia di Torre Tresca (BA). Dopo la cattura, Bellomo impedì ai civili di eseguire una sommaria esecuzione dei sabotatori, ma trattenne come "preda bellica" la Colt Pocket mod. 1903 del maggiore comandante il commando britannico. La notte del 30 novembre 1941, due ufficiali inglesi - il capitano George Playne e il tenente Roy Roston Cooke - riuscirono a fuggire dal campo di prigionia, ma furono ricatturati alcune ore più tardi. Riportati a Torre Tresca, trovarono ad accoglierli il generale Bellomo e il capitano Sommavilla che vollero farsi mostrare dai due ufficiali il punto esatto da cui erano evasi e le modalità di evasione. Infatti il controspionaggio italiano sospettava l'esistenza di una rete spionistica inglese che si avvaleva dell'aiuto di ufficiali italiani. In quell'occasione, i due ufficiali inglesi - secondo la ricostruzione italiana - avrebbero approfittato dell'oscurità per tentare nuovamente la fuga. A quel punto Bellomo ordinò di aprire il fuoco: il Capitano Playne fu raggiunto alla nuca da un solo colpo che gli risultò fatale, mentre il Tenente Cooke fu ferito ad un gluteo. L'inchiesta interna avviata dall'Esercito Italiano avvalorò la tesi fornita dal generale Bellomo, surrogata anche dalle dichiarazioni e dalle testimonianze degli altri militari presenti all'accaduto, ovvero che il generale Bellomo avesse dato ordine di sparare solo dopo la fuga dei due ufficiali inglesi.
Il 26 luglio 1943 Bellomo fu nominato comandante della CLI Legione CCNN "Domenico Picca". Il 9 settembre 1943, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 a Bari, il Generale Bellomo venne fortuitamente a conoscenza della notizia che il generale tedesco Sikenius aveva mandato dei guastatori per distruggere le principali infrastrutture portuali della città pugliese. Bellomo raccolse alcuni nuclei di militari italiani presso la caserma della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e della Guardia di Finanza. A questi si affiancarono dei genieri del 9º Reggimento guidati dal sottotenente Michele Chicchi. Con questi ridotti nuclei attaccò i guastatori tedeschi che avevano già preso posizione nei punti nevralgici della grande struttura. Costretti sulla difensiva, i tedeschi furono obbligati ad una ritirata da due attacchi condotti dal generale Nicola Bellomo e infine alla resa. Bellomo fu anche ferito durante questi scontri. Ritiratisi i tedeschi, gli inglesi poterono successivamente sbarcare a Bari in sicurezza, usufruendo di infrastrutture portuali pienamente efficienti.
Il Generale Bellomo mantenne la sua carica fino al 28 gennaio 1944, quando la polizia militare britannica lo arrestò nel suo ufficio "per aver sparato o fatto sparare contro due ufficiali britannici, causando la morte di uno di essi e il ferimento dell'altro". Al momento dell'arresto, non esistevano a carico del generale elementi precisi in mano agli inquirenti inglesi. Solo il 5 giugno 1945 (dopo circa un anno dall'arresto) il tenente Roy Roston Cooke presentò una denuncia scritta e circostanziata contro il generale stesso, il quale, nel frattempo, era stato più volte trasferito tra i campi di concentramento alleati di Grumo Appula, di Padula e di Afragola (il campo 209). Solo il 14 luglio 1945 gli fu comunicato il deferimento dinnanzi alla Corte Marziale e accusato di aver sparato con la propria Colt Pocket contro i due ufficiali inglesi.
La Corte, il 28 luglio 1945, dopo poco più di un'ora di camera di consiglio pronunciò la sentenza di condanna a morte, eseguita mediante fucilazione presso il carcere napoletano di Nisida. Bellomo rifiutò di inoltrare richiesta di grazia. Il generale Bellomo fu l'unico ufficiale italiano fucilato per crimini di guerra a seguito di una sentenza emessa da un tribunale militare speciale britannico.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Nicola_Bellomo