Artigiano nato in una famiglia antifascista di idee liberali, dopo aver militato dall’età di quindici anni nelle organizzazioni giovanili del Partito socialista entra a far parte del Partito comunista.
Negli anni del regime riveste la carica di segretario della Federazione giovanile comunista di
Alessandria, svolgendo attività di propaganda e di organizzazione, in contatto con le cellule attive nelle fabbriche e con i gruppi comunisti dei principali centri della provincia. Nel 1931 viene arrestato e deferito con alcuni compagni – fra cui Paolo Cartosio ed Ercole Pessi – al Tribunale speciale che lo condanna a tre anni di carcere. Tornato a Serravalle Scrivia al termine della condanna, sebbene sottoposto a sorveglianza speciale prosegue la sua attività politica clandestina. Dopo l’8 settembre aderisce alla Resistenza e rinsalda i contatti con i militanti del Pci impegnandosi nel soccorso ai militari sbandati e nel recupero di armi e rifornimenti da destinare alle formazioni di montagna e fondando il Comitato di liberazione nazionale di Serravalle. Viene incaricato della raccolta di informazioni relative ai movimenti delle truppe fasciste e tedesche lungo la valle Scrivia e cura i contatti fra il Cln e le bande attive nella VI Zona, agendo in particolare fra la val Borbera e il monte Antola e nella zona dell’Appennino ligure-alessandrino.
Denunciato nel dicembre 1944 da una spia, Berthoud viene arrestato dai tedeschi e trasferito a Genova, nella IV Sezione delle carceri di Marassi. Percosso duramente nel corso di un interrogatorio svoltosi alla Casa dello studente, Mauro viene ricondotto al carcere, dove, lasciato senza alcuna assistenza medica, muore il 29 gennaio 1945 dopo alcuni giorni di agonia.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.74