Tipografo antifascista legato al Partito d’Azione, dopo l’8 settembre 1943 si mette in contatto con esponenti della Resistenza. Verso la fine di ottobre, nella sua tipografia situata in via Assarotti, Bertora stampa “La voce d’Italia”, il primo giornale clandestino del Cln Liguria la cui
direzione viene affidata a Giulio Marchi (Tripoli) e successivamente a Paolo Emilio Taviani (Pittaluga).
Informato dal Cln di una imminente perquisizione nella sua tipografia, ma continuando lo stesso la sua attività, alla fine di dicembre viene arrestato dai tedeschi che, facendo un’improvvisa irruzione, riscontrano evidenti prove della sua responsabilità nella produzione di stampa clandestina. Dopo una breve detenzione nella IV Sezione delle carceri di Marassi, all’alba del 14 gennaio 1944, Bertora viene prelevato insieme ad altri sette detenuti politici e, dopo un sommario processo da parte del Tribunale militare speciale convocato dal capo della provincia Carlo Emanuele Basile, fucilato al forte di San Martino: un’esecuzione attuata come rappresaglia per l’attentato effettuato il giorno precedente nella centralissima via XX settembre da un gruppo di gappisti guidati da Giacomo Buranello (Pietro). Medaglia d’argento al valor militare.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, pp.76-77