Subito dopo l’8 settembre si unisce ad un gruppo di giovani antifascisti raccoltisi a Recco (GE)
attorno ad Aldo Bianco. Continua ad agire nella zona fino al maggio 1944 mantenendo i collegamenti tra i diversi ambienti antifascisti. Entra poi a far parte della formazione
Giustizia e Libertà sotto il comando di Antonio Zolesio dislocata tra il fiume Trebbia, l’Aveto e la val Fontanabuona, con epicentro nel paese di Barbagelata.
A fine maggio, mentre da Moconesi sta portando un messaggio a quello che sarebbe divenuto il Comando militare ligure, viene arrestato dalla Gnr e condotto alla questura di Genova, ove è
sottoposto a pesanti interrogatori. Nel tragitto verso la Casa dello Studente riesce a fuggire e a tornare alla sua formazione. Ripresosi dalle violenze subite, partecipa alla liberazione di
prigionieri politici ed ebrei rinchiusi nel campo di concentramento di Coreglia Ligure. Nuovamente arrestato in novembre da reparti della divisione Monterosa, anche questa volta riesce a fuggire raggiungendo la 5° armata americana sul fronte delle Apuane. Arruolatosi nel nuovo esercito italiano fa parte del gruppo di combattimento Cremona, impegnata con l’8a armata britannica sul fronte dell’Adriatico. Partecipa ai combattimenti del Po di Primaro, alla battaglia del Senio e alla liberazione di Chioggia e Venezia. È stato presidente dell’Anpi provinciale di Genova e segretario dell’Anpi nazionale.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.87