A partire dal 1971-72 Tedeschi schierò politicamente Il Borghese. Alle elezioni del 1972 il giornalista fu eletto al Senato per il Movimento Sociale Italiano. Fu forte la tentazione di fare del settimanale l'organo di stampa della sua formazione politica. Nel dicembre 1976 la corrente di Tedeschi, Democrazia Nazionale, operò una scissione nell'MSI. Dal 1977 al 1979 il periodico divenne l'organo ufficioso di Democrazia Nazionale, il movimento di scissionisti moderati dall'MSI che Tedeschi aveva contribuito a fondare, fino all'insuccesso elettorale e allo scioglimento del partito nel 1979. Questo mutamento di rotta editoriale e la morte nel 1981 di Gianna Preda, che aveva avuto grande seguito con i suoi libri e le sue interviste, portò al declino della rivista. Deceduto anche Mario Tedeschi nel 1993, Il Borghese cessò le pubblicazioni. Nel 1958 Tedeschi e la Preda fondarono una casa editrice, la "Edizioni de Il Borghese" che si affiancò al giornale e pubblicò i libri dei collaboratori e anche di noti autori stranieri anticonformisti. Alla fine degli anni 1970 la "Edizioni de Il Borghese" fu infine rilevata dalla "Ciarrapico Editore" di Giuseppe Ciarrapico.
La testata ideata da Leo Longanesi ritornò in edicola nel giugno del 1994, con significativi cambiamenti rispetto al settimanale diretto da Mario Tedeschi, sia nella linea politica che nella veste grafica. Il Borghese diretto da Vincenzo Maddaloni pubblicava poche fotografie e molti disegni, con il recupero di quelli originali di Leo Longanesi. La linea politica, che non si riconosceva nella storia recente del giornale, era ispirata al neocentrismo che ebbe in Indro Montanelli e nel suo quotidiano Voce l'esponente più autorevole. Fu lo stesso Montanelli ad aprire il primo numero della nuova serie. Nonostante le vendite (una media di 40 000 copie), prevalse la volontà politica di farlo ritornare ad essere la voce della destra conservatrice. Il direttore venne rimosso e il settimanale cessò di nuovo le pubblicazioni quello stesso anno.
Il Borghese rinacque ancora nel 1997 grazie all'investimento di due imprenditori torinesi, Walter Altea e Massimo Massano (ex deputato del MSI-DN), riuniti nella «Quarto Potere spa». I proprietari fissarono la nuova sede del settimanale a Torino. Il settimanale di Vimercati puntò ai lettori di Alleanza Nazionale e della Lega Nord, considerati i principali movimenti anti-sistema della politica italiana degli anni novanta.
Nel 1998 l'editore acquisì Lo Stato, periodico di destra guidato da Marcello Veneziani e fuse i due settimanali. In settembre Il Borghese ripartì con Vittorio Feltri direttore (già direttore de L'Indipendente e Il Giornale). Feltri cercò di trasformare il periodico nel settimanale dei lettori del Giornale, tanto da modificarne la testata in La Voce Borghese (26 maggio 1999). Il progetto però non decollò; l'anno dopo Feltri lasciò l'opera incompiuta per accettare l'incarico di direttore editoriale della nuova testata QN Quotidiano Nazionale.
Nel 2000 Claudio Tedeschi, figlio di Mario, ha intrapreso il progetto di raccogliere su Internet l'intera collezione dell'archivio storico del Borghese e ha iniziato a pubblicare (sia sul web che su carta) una nuova edizione della rivista (Claudio Tedeschi Editore), prima con periodicità semestrale, poi trimestrale, infine mensile. Il progetto non ha riscosso il successo sperato. Nel 2007 la rivista ha trovato un nuovo editore, che l'ha rilanciata: Pagine di Luciano Lucarini. Claudio Tedeschi, proprietario della testata, ha assunto la carica di direttore responsabile e Il Borghese è tornato in edicola per un breve periodo.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Il_Borghese