Borghese, (Il), periodico

  • Storia

    Il Borghese è un periodico politico e culturale, espressione dell'area culturale della destra, fondato come settimanale a Milano dallo scrittore Leo Longanesi nel 1950 e pubblicato fino al 1993. La testata ha ripreso le pubblicazioni più volte per brevi periodi. Dal 2007 viene pubblicato dalla casa editrice Pagine.
    L'idea di realizzare un settimanale anticonformista, slegato dalle appartenenze politiche ma ad ampia diffusione, nacque nel 1947. Longanesi non si riconosceva nell'Italia uscita dalla guerra, rimaneva legato a un'Italia risorgimentale e riconosceva nella borghesia dell'Ottocento la spina dorsale della società italiana. Nel pensiero di Longanesi, la borghesia è un'etica della responsabilità più che una condizione socio-economica.
    Il Borghese creò un lettorato molto fedele. I lettori chiesero, tramite le loro lettere, al periodico di non limitarsi alla critica dello status quo, ma di assumere anche un atteggiamento propositivo. Così nacquero i Circoli del Borghese: strutture organizzative con la funzione di rappresentare chi non si sentiva rappresentato dalle forze politiche del tempo. Nel 1955 i Circoli del Borghese sorsero in varie città italiane. Il Borghese suggerì ai membri dei vari circoli di discutere attorno al libro di Ernest Renan, Che cos'è una nazione?. L'11 giugno 1955 si tenne l'assemblea nazionale dei Circoli a Milano. Venne fondata la "Lega Fratelli d'Italia", movimento che si proponeva di dare ai borghesi italiani il senso della loro forza e delle loro capacità, ma il progetto terminò ancor prima della morte di Longanesi, avvenuta nel settembre 1957. Nel dicembre 2013, più di mezzo secolo dopo la fine della prima esperienza, la rete dei Circoli del Borghese venne rifondata su iniziativa del direttore, Claudio Tedeschi, e dell'editore Lucarini. Il primo circolo della nuova stagione, intitolato alla memoria di Luciano Cirri, è stato fondato a Roma da Massimiliano Pirandola.
    Dopo la scomparsa di Longanesi, Mario Tedeschi e Gianna Preda rilevarono dagli eredi la proprietà della testata. Tedeschi, che aveva una quota maggiore, diventò direttore, Gianna Preda redattore capo e poi vicedirettore. La sede del settimanale fu trasferita da Milano a Roma (la rivista peraltro continuò ad essere stampata a Milano). Se con Longanesi la rivista si era fatta notare per la cura grafica e la raffinatezza intellettuale tipiche del fondatore, il piglio giornalistico di Tedeschi e Preda fecero del Borghese un giornale d'attacco, con inchieste e rivelazioni. Nel contempo, il Borghese cominciò a trattare più da vicino gli avvenimenti politici. I lettori del settimanale, come spiegò Tedeschi, sono «i conservatori, i quali in Italia hanno, appunto, poco o nulla da conservare, tolto un bene: la libertà. Essere conservatori oggi in Italia vuoi dire appunto conservare la libertà in vista di un domani migliore».
    Le inchieste del Borghese aprirono uno squarcio sul tema del malcostume e della corruzione della classe politica. Il settimanale anticipò di diversi decenni l'inchiesta "Mani Pulite". Il 30 dicembre del 1965 la pubblicazione di un'intervista concessa da Giorgio La Pira a Gianna Preda portò nello stesso giorno alle dimissioni del Ministro degli Esteri Amintore Fanfani, titolare della Farnesina nel secondo governo Moro: La Pira aveva affermato che Fanfani era occultamente "appoggiato da tutti", anche da neofascisti e comunisti. Negli anni sessanta il settimanale superò le centomila copie di tiratura. Nel 1965 Luciano Cirri partecipò alla fondazione di una compagnia di teatro di varietà, Il Bagaglino.

    A partire dal 1971-72 Tedeschi schierò politicamente Il Borghese. Alle elezioni del 1972 il giornalista fu eletto al Senato per il Movimento Sociale Italiano. Fu forte la tentazione di fare del settimanale l'organo di stampa della sua formazione politica. Nel dicembre 1976 la corrente di Tedeschi, Democrazia Nazionale, operò una scissione nell'MSI. Dal 1977 al 1979 il periodico divenne l'organo ufficioso di Democrazia Nazionale, il movimento di scissionisti moderati dall'MSI che Tedeschi aveva contribuito a fondare, fino all'insuccesso elettorale e allo scioglimento del partito nel 1979. Questo mutamento di rotta editoriale e la morte nel 1981 di Gianna Preda, che aveva avuto grande seguito con i suoi libri e le sue interviste, portò al declino della rivista. Deceduto anche Mario Tedeschi nel 1993, Il Borghese cessò le pubblicazioni. Nel 1958 Tedeschi e la Preda fondarono una casa editrice, la "Edizioni de Il Borghese" che si affiancò al giornale e pubblicò i libri dei collaboratori e anche di noti autori stranieri anticonformisti. Alla fine degli anni 1970 la "Edizioni de Il Borghese" fu infine rilevata dalla "Ciarrapico Editore" di Giuseppe Ciarrapico.

    La testata ideata da Leo Longanesi ritornò in edicola nel giugno del 1994, con significativi cambiamenti rispetto al settimanale diretto da Mario Tedeschi, sia nella linea politica che nella veste grafica. Il Borghese diretto da Vincenzo Maddaloni pubblicava poche fotografie e molti disegni, con il recupero di quelli originali di Leo Longanesi. La linea politica, che non si riconosceva nella storia recente del giornale, era ispirata al neocentrismo che ebbe in Indro Montanelli e nel suo quotidiano Voce l'esponente più autorevole. Fu lo stesso Montanelli ad aprire il primo numero della nuova serie. Nonostante le vendite (una media di 40 000 copie), prevalse la volontà politica di farlo ritornare ad essere la voce della destra conservatrice. Il direttore venne rimosso e il settimanale cessò di nuovo le pubblicazioni quello stesso anno.
    Il Borghese rinacque ancora nel 1997 grazie all'investimento di due imprenditori torinesi, Walter Altea e Massimo Massano (ex deputato del MSI-DN), riuniti nella «Quarto Potere spa». I proprietari fissarono la nuova sede del settimanale a Torino. Il settimanale di Vimercati puntò ai lettori di Alleanza Nazionale e della Lega Nord, considerati i principali movimenti anti-sistema della politica italiana degli anni novanta.
    Nel 1998 l'editore acquisì Lo Stato, periodico di destra guidato da Marcello Veneziani e fuse i due settimanali. In settembre Il Borghese ripartì con Vittorio Feltri direttore (già direttore de L'Indipendente e Il Giornale). Feltri cercò di trasformare il periodico nel settimanale dei lettori del Giornale, tanto da modificarne la testata in La Voce Borghese (26 maggio 1999). Il progetto però non decollò; l'anno dopo Feltri lasciò l'opera incompiuta per accettare l'incarico di direttore editoriale della nuova testata QN Quotidiano Nazionale.

    Nel 2000 Claudio Tedeschi, figlio di Mario, ha intrapreso il progetto di raccogliere su Internet l'intera collezione dell'archivio storico del Borghese e ha iniziato a pubblicare (sia sul web che su carta) una nuova edizione della rivista (Claudio Tedeschi Editore), prima con periodicità semestrale, poi trimestrale, infine mensile. Il progetto non ha riscosso il successo sperato. Nel 2007 la rivista ha trovato un nuovo editore, che l'ha rilanciata: Pagine di Luciano Lucarini. Claudio Tedeschi, proprietario della testata, ha assunto la carica di direttore responsabile e Il Borghese è tornato in edicola per un breve periodo.

    Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Il_Borghese