Dipendente dell’azienda tranviaria di Genova, è coordinatore di una rete di antifascisti all’interno dell’azienda e si impegna in un’intensa azione di propaganda. Iscritto al Pnf, in realtà collabora alla costruzione di una rete clandestina comunista presso i tramvieri della città. Posto sotto sorveglianza da parte dell'Ovra, viene arrestato nel maggio 1942 con deferimento al tribunale speciale per attività comunista. In un primo momento è rinchiuso nelle carceri di Marassi, dove subisce pesanti interrogatori.
Rilasciato dopo il 25 luglio è richiamato alle armi presso l’80° reggimento di fanteria a Mantova e viene arrestato nell’ottobre del 1943 per la sua attività politica. Finisce nel carcere romano di Regina Coeli da dove dovrebbe essere trasferito alle carceri di Firenze ma, durante il tragitto, viene liberato dai partigiani toscani e rimane in quelle formazioni sino alla Liberazione. Rientrato a Genova riprende il proprio lavoro presso l’azienda dalla quale era stato licenziato per motivi politici, subito dopo il suo arresto.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, pp.90-91
Fonte: AILSREC, FB B2 F2 "Rapporti dell'Ovra e della PS sul Pci a Genova 1940-1943"