Console della Legione ligure di La Spezia, esponente fascista.
Nella notte del 21 gennaio 1923 Giovanni Lubrano, comandante della squadra spezzina "La Martoriata", fu ucciso a La Spezia. L'uomo non uno squadrista qualsiasi ma uno dei più feroci, precedentemente attivo nelle spedizioni fasciste di Sarzana e della Serra del luglio 1921 e del febbraio 1922 e poi protagonista, nel maggio 1922, dell’aggressione ai funerali del ferroviere Attilio Stagno, con l’obiettivo di strappare il simbolo della bandiera rossa. Lubrano, in servizio come guardiano notturno nella fonderia di Pertusola, aveva rimproverato per motivi ignoti tale Giulio Poggi, iscritto al Fascio di San Terenzo (SP). Poco dopo la mezzanotte giunsero nello stabilimento quattro individui camuffati e, raggiunto il Lubrano, dopo aver mostrato la tessera fascista gli chiesero i motivi del rimprovero a Poggi. L'uomo rispose che lo aveva fatto "perché lo meritava” e così scattò la violenza: i quattro disarmarono lo squadrista e lo uccisero con colpi di rivoltella e una pugnalata al cuore. Appresa la notizia i fascisti si sollevarono in armi ed iniziarono a cercare i sospetti conducendoli, una volta fermati, in parte al Fascio per punirli severamente e in parte colpendoli per strada. Tutta la serata e la nottata si trasformarono dunque in una continua e brutale rappresaglia. L'incidente diventò rapidamente un pretesto per un’azione di violenza su larga scala allo scopo di terrorizzare la città, anche a causa di vari giornali che rapidamente diffusero la notizia della fede "pericolosamente comunista" dei quattro aggressori: essi si sarebbero serviti dell’ingresso al Fascio lericino "per compiere gesta criminose”.
L’ammissione dell’ampiezza della rappresaglia arrivava dagli stessi fascisti. “Il Tirreno” pubblicò, il 26 gennaio, il “Comunicato del Fascio” in cui il capo degli squadristi spezzini, il console Guido Bosero, scriveva: “Ordino tassativamente che nessun fascista si permetta di compiere azioni individuali o rappresaglie di qualsiasi specie. I trasgressori saranno da me puniti fascisticamente. I fascisti sono avvisati, sappiano regolarsi”. Il giorno dopo l’ordine venne dato dallo stesso Mussolini: “In omaggio ed obbedienza agli ordini del nostro Duce si ordina a tutti i Fascisti di rientrare nella più perfetta disciplina”, è scritto in un comunicato del Direttorio del partito, firmato avv. A. Paci.
D'altronde lo stesso Bosero aveva un passato turbolento per via delle azioni perpetrate durante i cosiddetti fatti di Sarzana. Il 21 luglio 1921 si registrarono diversi scontri armati avvenuti in questa città all'epoca ancora in provincia di Genova (oggi di La Spezia) tra squadre d'azione fasciste e Carabinieri reali e Guardie regie del Regio Esercito, cui seguirono, ad opera della popolazione civile e degli Arditi del Popolo, alcuni episodi pur violenti di resistenza antifascista spontanea in risposta alle iniziali violenze squadriste.