Impegnato sin da ragazzo nelle associazioni studentesche e universitarie, nel 1921 diventa presidente della Giovine Italia. Studente presso l’Istituto superiore di scienze economiche e commerciali, futura facoltà di economia e commercio, incontra Carlo Rosselli, allora docente di economia politica, rimanendo affascinato dal suo antifascismo intransigente. In quegli stessi anni assume dapprima la carica di presidente dell’Associazione universitaria genovese (Agu) e quindi della Federazione nazionale studenti universitari (Fnsu), entrambe poi sciolte dal fascismo. Durante il Ventennio, Bottaro rifiuta di prendere la tessera del Pnf ed è perciò costretto a insegnare nelle scuole private, optando dal 1937 per la libera professione. Dopo la caduta del fascismo rifonda la Giovine Italia e, all’indomani dell’8 settembre, trasforma questa organizzazione di orientamento mazziniano in nucleo resistenziale, in contatto con il governo del Sud e aderente ai Volontari armati italiani. I suoi militanti sono nella maggior parte studenti universitari genovesi e torinesi, mentre il suo giornale s’intitola Risorgere. Arrestato l’8 marzo 1944 dalla Gestapo, è interrogato, torturato e infine imprigionato nella 4a sezione del carcere di Marassi. Il 19 maggio 1944 viene fucilato nella rappresaglia del Turchino.
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