Operaio, inizia giovanissimo la sua militanza antifascista nelle fila del Partito comunista clandestino. Nel 1934 viene arrestato e condannato dal Tribunale speciale a cinque anni di
reclusione. Nel 1938, condonatagli la pena residua, si impegna subito nella riorganizzazione del Pci e nella diffusione di stampa clandestina. Entra nel Comitato federale che dirige l’organizzazione comunista nelle provincie di Savona, Imperia e La Spezia e il 25 luglio conduce l’assalto alle carceri savonesi per la liberazione dei detenuti politici.
Militante nei Gap savonesi e ricercato per un’azione culminata nell’uccisione di alcuni militari tedeschi, è costretto a lasciare la città, passando a combattere con la formazione imperiese di montagna di Rinaldo Risso (Tito), poi costituitosi in distaccamento garibaldino, in qualità di commissario politico.
Nel marzo 1944, a Costa di Carpasio (IM), organizza con Nino Siccardi (Curto), Bruno Luppi (Erven) e Candido Queirolo (Marco) l’unificazione delle formazioni della I Zona. Partecipa alla marcia verso Caprauna (CN) per la ricezione di un lancio aereo alleato, alla collocazione di esplosivi fra Pontedassio e Chiusanico (IM) e all’attacco contro il presidio tedesco di Badalucco (IM).
A giugno diviene commissario politico della 9a brigata d’assalto Garibaldi e il mese successivo della divisione Cascione, seguitando ad occuparsi della produzione di materiale propagandistico. Il 13 luglio, nel corso di un’offensiva tedesca su Rocca Nervina (IM), prende parte ad un’azione che costringe il nemico alla ritirata. Il 17 ottobre, nel corso dei rastrellamenti effettuati dai tedeschi nella zona d’azione della Cascione, muore in combattimento a Upega, dove era stato allestito un ospedale da campo. Alla sua memoria verrà intitolata la 3a brigata della divisione Bevilacqua. Medaglia d’argento al valor militare.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.96