L’8 settembre 1943 è a Savona dove presta servizio nel genio. Nel maggio 1944 fa parte del gruppo Cascione in qualità di commissario di un distaccamento dislocato a Bregalla. Quando, nel mese di giugno, si costituisce la 9° brigata d’assalto, Bruno è confermato commissario del 6° distaccamento che opera nella zona tra Bregalla e Badalucco. Si distingue in numerose azioni di guerriglia e nell’organico della divisione Cascione, alla fine del 1944, ricopre il ruolo
di commissario del 10° distaccamento Berio della 4° brigata Guarrini. La brigata subisce,
nell’inverno 1944-45 numerosi rastrellamenti e i distaccamenti vengono decimati. Un piccolo
gruppo del distaccamento di Bruno, composto da undici uomini, nel mese di gennaio si rifugia in una caverna, presso un ruscello in una località tra Pantasina e Villatalla, dove trascorre alcuni giorni in attesa di potersi ricongiungere con qualche altra formazione. Ma il 25 gen-
naio, con l’ausilio di una spiata, la compagnia fascista Senza Patria, comandata dal capitano
Giovanni Ferraris, effettua una puntata a colpo sicuro nel vallone dove si trovano i partigiani. Gli uomini di Bruno e del comandante Vittorio Aliprandi (Dimitri) si rintanano nella caverna
ma vengono individuati e fatti segno a colpi di mitra e bombe a mano. Merlo e Dimitri, per non cadere vivi nelle mani dei fascisti, si tolgono la vita mentre il resto della formazione viene catturata. Successivamente tutti i nove superstiti saranno fucilati. Medaglia di bronzo al valor militare.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.98