Buranello, Giacomo (Pietro)

    Data di esistenza

    Data di nascita : 27/03/1921

    Data di morte: 03/03/1944

  • Pseudonimo, nome assunto

    Pietro

  • Luogo di nascita

    Meolo (VE)

  • Luogo di morte

    Genova (GE)

  • Biografia

    Nato in una famiglia veneta contadina trasferitasi a Genova per lavoro e profondamente legato alla madre, che esercitò su di lui una notevole influenza, dopo aver frequentato il liceo scientifico Cassini si iscrive alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova. Insieme ad alcuni giovani studenti, tra cui Walter Fillak (Gennaio, Martin), costituisce nel quartiere di Sampierdarena un primo gruppo di comunisti, organizzando il Soccorso rosso e una tipografia clandestina. Nel marzo 1941 è chiamato al servizio di leva presso il 6° reggimento di Bologna e da lì inviato, con il grado di sergente, al 15° reggimento genio a Chiavari. Nel 1942 frequenta il corso allievi ufficiali a Pavia e, nuovamente destinato a Chiavari, continua la propria attività di propaganda antifascista. L’11 ottobre 1942 viene arrestato con i componenti del Comitato antifascista di Sampierdarena da agenti di pubblica sicurezza e tradotto prima al carcere di Marassi, poi a quello di Massa Carrara e infine, in attesa di giudizio, a quello romano di Regina Coeli.
    Liberato il 29 agosto 1943, ritorna a Genova e riprende contatto con i membri del Pci. In ottobre
    gli viene conferito il comando del primo nucleo dei Gap: a capo della sua squadra, il 28 ottobre ferisce mortalmente a Sampierdarena Manlio Oddone, spirato tre giorni dopo all’ospedale militare di Quarto (fu il primo caduto della Rsi a Genova). Nel mese di novembre attua altre azioni, tra cui il lancio di bombe a mano contro una colonna in transito di carriaggi  tedeschi. Il 13 gennaio 1944, in pieno giorno e nella centralissima via XX Settembre, guida un attacco mortale, a colpi di pistola, contro due ufficiali tedeschi, attentato cui le autorità fasciste risposero con la rappresaglia del forte di San Martino, ove vennero  fucilati otto antifascisti. Attivamente ricercato in città dalle forze di polizia, viene inviato dalla organizzazione clandestina in montagna, ove assume il comando del 1° distaccamento della 3ª brigata Liguria. Dopo essere rientrato a Genova il 28 febbraio per sostenere con azioni armate gli scioperi in programma il 1° marzo, la mattina del 2 marzo viene riconosciuto in un bar cittadino da alcuni agenti in borghese: tentata la fuga, dopo aver ucciso un agente, viene catturato. Portato in questura e consegnato al commissario della squadra politica
    Giusto Veneziani, è sottoposto a stringenti interrogatori e ripetute violenze. La mattina successiva è fucilato presso il forte San Giuliano. Il suo diario adolescenziale è conservato presso l’Archivio dell’Ilsrec. Medaglia d’oro al valor militare.

    Dizionario della Resistenza in Liguria, (a cura di) F. Gimelli, P. Battifora, De Ferrari Editore, Genova, 2021




     


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