Nicolò Carandini (Como, 6 dicembre 1895 – Roma, 18 marzo 1972) è stato un politico e imprenditore italiano. Ufficiale degli Alpini nella Prima Guerra Mondiale, proprietario terriero e bonificatore della bonifica di Torre in Pietra (Roma), Strinse sempre più stretti contatti con esponenti dell'antifascismo liberale come Benedetto Croce e Francesco Ruffini, e nel 1942, con altri liberali, fondò il giornale clandestino Ricostruzione. Fu ministro del ministero Bonomi, primo ambasciatore italiano presso il Regno Unito dopo la Seconda Guerra Mondiale, delegato alla conferenza della pace, membro del Comitato di Liberazione Nazionale, deputato all'assemblea costituente, ricopre numerose e rilevanti altre cariche tra cui membro del consiglio nazionale del Partito Liberale Italiano, fondatore del Partito Radicale e del Movimento Liberale Indipendente.
Dopo la seduta del Gran Consiglio del 25 luglio 1943 che sancì la caduta di Mussolini fu, con Leone Cattani, Mario Pannunzio e Francesco Libonati, tra i fondatori del nuovo Partito Liberale Italiano e, dopo l'8 settembre, membro del Comitato di Liberazione Nazionale (l'organizzazione politica della Resistenza) a Roma, come esponente del Partito Liberale Italiano. Nel 1946 fu artefice delle trattative che portarono all'Accordo De Gasperi-Gruber che risolse il ruolo dell'Alto Adige tra l'Italia e l'Austria.