Carlevaris, Carlo

    Data di esistenza

    Data di nascita : 1926

    Data di morte: 2018

  • Luogo di nascita

    Cardè (CN)

  • Luogo di morte

    Torino

  • Struttura amministrativa

    • Struttura amministrativa sacerdote

  • Biografia

    Nato a Cardè in provincia di Cuneo il 1926. E ‘stato ordinato chierico presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza nel 1950. Dopo due anni come vice parroco a Beinasco venne contattato da Don Esterino Bosco per far parte della comunità dei Cappellani del Lavoro. Per 10 anni Cappellano del lavoro in alcune grandi fabbriche della Torino degli anni Cinquanta e Sessanta (Fiat Grandi Motori, Lancia e Michelin); poi, in posizione critica verso quell’esperienza, prete operaio – uno dei primi in Italia – per 18 anni, dal 1968 al 1986, alla Lamet. Grazie anche all’influenza di esperienze francesi frequentò l’ambiente della fabbrica dal 1967 al 1986, dopo aver fatto inizialmente parte della comunità dei Cappellani del Lavoro dalla metà degli anni ’60, e per oltre 20 anni, è stato ‘prete operaio’, il primo a Torino e fra i primi in tutta Italia; fu inoltre il primo sacerdote a ricoprire questo ruolo nella Fiat di Valletta dalla quale venne ingiustamente licenziato, lavorò per molti anni alla Lamet dove occupò cariche come delegato sindacale con la Cisl; venne spesso osteggiato per il suo essere prete sia in fabbrica sia negli ambiente ecclesiastici. Fu tra i fondatori in diocesi del movimento operaio di Azione Cattolica e rivitalizzò la Gioc torinese impostando il movimento in contrasto con le indicazioni del Vaticano, in particolare con l’impostazione di Gedda. Con un proprio testo ispirò la lettera pastorale Camminare Insieme, scritta nel dicembre del 1971, dall'arcivescovo Michele Pellegrino e punto fermo della dottrina sociale della Chiesa torinese.
    Don Carlo è stato questo e molto altro, all’interno di tali esperienze e in numerose altre, animato sempre dalla preoccupazione per gli ultimi, i poveri, le persone ai margini: testimoniando loro il vangelo, condividendone fatiche e sofferenze e cercando di migliorarne le condizioni di vita. Basti pensare, ad esempio, al suo impegno sindacale in anni segnati da tensioni e conflitti altissimi, anche tra gli stessi operai; o ancora al suo diretto coinvolgimento in progetti di sviluppo in alcuni paesi dell’Africa e in Brasile.