Mario Carloni (Napoli, 27 dicembre 1894 – Roma, 30 gennaio 1962) è stato un generale italiano, ufficiale durante il corso della prima guerra mondiale. Durante il corso della seconda fu comandante del 31º Reggimento fanteria "Siena" e del 6º Reggimento bersaglieri, con cui partecipò alla campagna di Russia. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana, entrando nell'Esercito Nazionale Repubblicano, dove comandò la 1ª Divisione bersaglieri "Italia" e la 4ª Divisione alpina "Monterosa" durante la Campagna d'Italia del 1944-1945. Fu decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, quattro Medaglie d'argento al valor militare, con la Croce di Ferro di seconda classe e con l'Ordine militare della Croce Tedesca in oro.
Il 1º marzo 1945 divenne generale di divisione e i suoi uomini riuscirono a contrastare la 92nd Infantry Division "Buffalo" fino al 6 aprile, quando a seguito dell’offensiva americana iniziò un graduale ripiegamento della Divisione dal fronte. Il 29 aprile 1945 a Fornovo, vicino a Parma, si arrese alla Força Expedicionária Brasileira dopo la battaglia di Collecchio.
Detenuto nel campo di concentramento di Coltano per la morte del sottotenente Alfred Lyth, un pilota statunitense ucciso a Camporgiano l'8 febbraio 1945 dai soldati della "Monterosa" dopo la cattura, egli venne processato insieme al capitano Italo Simonitti, e al sergente Benedetto Pillon, che si trovavano già in prigionia a seguito della resa finale, presso la Corte marziale statunitense che si riunì a Firenze dal 25 settembre al 4 ottobre 1946. La corte marziale terminò con la condanna a morte di Simonitti, comandante della polizia militare della Monte Rosa, e quella ai lavori forzati a vita per Pillon; Carloni venne prosciolto dalle accuse e rilasciato dalla autorità italiane il 19 maggio 1951. Quando uscì dal carcere militare di Forte Boccea a Roma, la neonata Repubblica Italiana non gli riconobbe i gradi e le onorificenze concesse dalla Repubblica Sociale Italiana dal 1943 al 1945.