Casassa, Ferdinando

  • Biografia

    Ferdinando Casassa è stato il comandante delle Brigate Nere di Santa Margherita Ligure (GE), ucciso in un agguato partigiano il 05/11/1944.
    Quel giorno si trova a Sant'Anna, frazione di Rapallo (GE), per motivi mai chiariti. Qualcuno in seguito avrebbe detto che era stato attirato in un’imboscata dai partigiani con la promessa di uno scambio di prigionieri, e che credeva dunque di andare a un incontro con gli emissari dei ribelli.
    Nel settimanale fascista (usciva in realtà una volta al mese in un solo foglio) "La Fiamma Repubblicana", diretto dal comandante delle Brigate Nere di Chiavari (GE) Vito Spiotta, viene pubblicata tale notizia nel numero del 26 novembre successivo: “Ferdinando Casassa: presente!”, titola un articolo apologo in prima pagina con foto, per il resto privo di alcuna notizia oltre a quella della morte, anche quest'ultima senza alcun dettaglio: “…assassinato dai ribelli in un’imboscata a Sant’Anna di Rapallo”. Il periodico torna ancora sull'argomento nel numero del 18 marzo 1945, pubblicando la foto di tale Giuffra Giuseppe detto “Il biondo di Cassagna” ed identificandolo come uccisore di Ferdinando Cassassa.
    I partigiani che hanno fatto fuoco sono senz’altro scesi dalla collina di Savagna perchè, come confermato dai testimoni civili subito dopo aver sentito vari spari, proprio questa è la strada che prendono per il ritorno; sopra Savagna si trova il pianoro di Spotà, il più alto nucleo abitato del monte, dove i partigiani sono soliti fermarsi per attendere i loro emissari da Rapallo. Un contadino che raccoglie olive vicino alla strada li vede passare e loro raccomandano all'uomo il silenzio. Documenti recenti attribuiscono l’azione alla formazione G.L. Matteotti. Ricordiamo ora che a ottobre-novembre, i suoi uomini realizzarono una serie di azioni fin sulla costa, tra Sori e Recco, tra Ruta, Rapallo e Avegno. L’8 novembre, una nota del comando elencava le ultime azioni compiute, tra queste scriveva che il Distaccamento autonomo di Giuseppe, durante una ardita azione su Rapallo uccideva in pieno giorno il capo delle Guardie Nere della località e prelevava un altro membro dello stesso Corpo.
    E' tradizione che, in caso di vittime, i tedeschi e i fascisti uccidano civili e partigiani per rappresaglia a seguito di attacchi da parte di questi ultimi. Al fatto di Sant’Anna segue questo triste copione: lo stesso giorno, o forse il successivo alla morte di Casassa, le Brigate Nere di Rapallo prelevano dal carcere di Chiavari due giovani, la cui unica colpa è essere stati renitenti alla leva, e li fucilano sul ponte di Sant'Anna per vendicarsi dell’attacco subito. Pare che i brigatisti, tutti di Rapallo e sui 17-18 anni, si siano rifiutati di sparare tanto da costringere il loro comandante, poco più grande di loro, ad accusarli di essere codardi e a sparare con la propria mitraglietta. Solo molto tempo uno dei due caduti viene identificato dalla famiglia e sepolto a Livorno, l’altro è ignoto (potrebbe corrispondere a Filiberto Gimorri).
    La mattina del 28 aprile 1945 sono cinque fascisti a trovarsi di fronte al plotone d’esecuzione sul medesimo ponte: un alpino della "Monterosa", due guardie della polizia economica (la temuta Annonaria), e due Brigate Nere di cui uno è il giovane comandante del plotone d’esecuzione dei due giovani renitenti uccisi il 5 novemmbre 1944. Negli archivi della Brigata "Longhi" non ve ne è traccia, né se ne parla nella documentazione della Brigata GL "Matteotti".

    Fonte: https://mapparesistenzatigullio.com/2022/06/29/rapallo-5-novembre-1944-i-fucilati-di-santanna/