Casellario Politico Centrale di Roma, CPC

  • Storia

    Il Casellario Politico Centrale, "servizio dello schedario biografico degli affiliati ai partiti sovversivi maggiormente pericolosi nei rapporti dell'ordine e della Pubblica sicurezza", è stato un ufficio della direzione generale della Pubblica sicurezza del Regno d'Italia con  il compito di curare il sistematico aggiornamento dell'anagrafe dei cosiddetti "sovversivi", ma anche degli oziosi e dei vagabondi (tra i quali, spesso, erano annoverati gli attori). Istituito nel 1894 con le circolari della Direzione generale P.S. del 25 maggio 1894, n. 5116 e del 16 agosto 1894, n. 6329, continuò ad essere in funzione anche dopo la nascita della Repubblica Italiana fino alla fine degli anni Sessanta del Novecento.
    L'istituzione del servizio fu una delle misure che lo Stato unitario assunse nell'ultimo decennio del XIX secolo di fronte all'affacciarsi sulla scena politica italiana delle prime organizzazioni a carattere nazionale del proletariato laico e cattolico. Nel primo dopoguerra, il Casellario politico centrale (detto in sigla CPC) fu alimentato con schedature relative soprattutto ad anarchici, socialisti e comunisti.  
    Durante il fascismo il CPC fu naturalmente ampliato e potenziato, arrivando ad oltre 4000 schedature nel 1926, ultimo anno prima della radicale riorganizzazione dello Schedario. Tuttavia il controllo delle opposizioni lasciava ancora molto a desiderare, al punto che la polizia non fu in grado di seguire in maniera adeguata uno degli oppositori più attivi, Antonio Gramsci. Con la nomina del prefetto Francesco Crispo Moncada qualcosa cominciò a muoversi, anche perché il discorso pronunciato alla Camera dei deputati il 3 gennaio 1925 da Mussolini chiamava gli apparati della polizia a una lotta più decisa e efficace contro le opposizioni, fino al loro completo annientamento. Dopo l'approvazione del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e l'emanazione delle leggi fascistissime tra il 1925 e il 1926 (che attribuirono al servizio la sua denominazione) - e dopo la creazione dell'OVRA nel 1930 - il CPC fu organizzato come ufficio dipendente dalla Sezione I della Divisione affari generali e riservati e procedette al riordino di tutto il materiale esistente.
    Nella Repubblica il casellario fu "utilizzato", fino al 1968 come strumento di monitoraggio costante dei soggetti considerati «eversivi». I fascicoli CPC, infatti, venivano aggiornati ogni quattro mesi proprio con il fine di mantenere costante l'osservazione delle persone considerate pericolose; diversamente, i fascicoli della polizia politica, prima, e «Z», poi, venivano aggiornati solamente sulla scorta di eventuali nuove emergenze".
    Versati all'Archivio centrale dello Stato dal Ministero dell'Interno nel 2010, dal luglio 2011 sono consultabili i fascicoli del Casellario politico centrale fino al 1967.

    Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Casellario_politico_centrale