Comandante della 1° Divisione Garibaldi "Piemonte" ed attivo nel Comando della 2° Divisione d'Assalto Garibaldi "Felice Cascione", I Zona Operativa Liguria.
Nel 1920 fonda, con un ristretto gruppo di amici, il Partito repubblicano di Imperia divenendo bersaglio degli attacchi di monarchici e nazionalisti. Passato nel 1927 nelle fila del Partito comunista, nel 1932 viene nominato segretario della federazione provinciale imperiese. È fra i promotori delle manifestazioni seguite alla caduta del fascismo.
Dopo l’8 settembre 1943 passa ad organizzare la resistenza armata occupandosi in particolare dei collegamenti fra i gruppi cittadini e le formazioni di montagna. Nella sua casa di Porto Maurizio, divenuta luogo di incontro e rifugio di esponenti della Resistenza, ospita, fra gli altri, Giancarlo Pajetta e Carlo Farini (Manes o Simon). Nel febbraio 1944 lascia Imperia per sostituire Giovanni Barale, ucciso il 1° gennaio dai tedeschi nel secondo rastrellamento di Boves (CN), nella carica di segretario della Federazione comunista di Cuneo lasciando a Carlo De Lucis (Mario) la direzione della segreteria imperiese. Muta il suo nome di copertura da Elettrico ad Antonio. È ricercato dai nazifascisti che arrestano il padre Luigi, il quale dopo aver subito due mesi di detenzione e maltrattamenti muore un mese dopo la scarcerazione.
Costretto ad abbandonare Cuneo, dopo varie peregrinazioni fra Mondovì, Bra e Savigliano, si stabilisce a Fossoli dove resta fino alla Liberazione curando i contatti fra le organizzazioni clandestine del partito della provincia.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.118