Cinanni, Anna (Cecilia)

    Data di esistenza

    Data di nascita : 12/02/1919

    Data di morte: 26/01/2001

  • Biografia

    "Sono nata il 12 febbraio 1919 in un piccolo paese della Calabria [Gerace Superiore]. Mio padre, Antonio era un piccolo proprietario contadino, mia madre Pezzano Pasqualina, casalinga.
    Il guadagno della poca terra era insufficiente per mantenere la numerosa famiglia e pertanto mio padre è costretto a lasciare la famiglia, quando avevo solo qualche mese, per andare a lavorare in America. Ritornò dopo 5 anni, ammalato, e dopo 8 mesi morì. Mia madre rimase con 4 figli tutti inferiori a 17 anni.
    Dopo 2 anni dalla morte di mio padre siamo venuti a vivere a Torino in modo che i figli più grandi potessero lavorare. Ma ben presto le mie sorelle si sposano e in famiglia con mia madre, restiamo io, che non avevo ancora 12 e mio fratello con 15 anni. Mio fratello si ammala, ed allora io lascio la scuola per mettermi a lavorare.
    Entrai alla Wamar che non avevo ancora 13 anni; il lavoro troppo pesante per la mia età indeboliva la mia costituzione fisica per cui dopo 3 anni lasciavo la Wamar per frequentare la scuola diurna. In questi anni avevo frequentato le commerciali serali e così dopo un anno di scuola di dattilografia e comptometria mi impiegavo alla Venchi Unica come "aiuto contabile". Vi sono rimasta fino al settembre 1943.
    Sino a quando ho frequentato la scuola ero iscritta all' ONB [Opera nazionale balilla ?], ma al primo stipendio che prendevo vedendo che la misera paga (L. 300) veniva ridotta da tante trattenute incominciai a ribellarmi. Mio fratello Paolo incominciava a darmi da leggere dei romanzi, di Gorcki ed altri libri di contenuto sociale; così venivo conoscere un mondo nuovo con tutte le sue ingiustizie sociali.
    Nel 1938-1939 apprendevo cosa era il "soccorso rosso" e conoscevo la compagna [Elvira] Pajetta. Mi interessavano i suoi discorsi, ma non comprendevo cosa era il comunismo. Nel 1939 ho letto la prima volta "L'Unità" che mi portò mio fratello, mi interessò moltissimo e da allora ho cercato sempre di leggerla.
    Lasciando la Venchi Unica incominciai ad aiutare mio fratello nel cuneese e, dopo che lui ricercato dai tedeschi venne spostato dal Partito [comunista], il compagno Gejmonat mi domandava se volevo lavorare per il Partito: accettai e nel dicembre 1943 già militavo nel Pci.
    Dal dicembre del 1943 al maggio 1944 feci la staffetta di partito nel cuneese, in seguito lavorai per il Fronte della gioventù tenendo il collegamento in tutto il Piemonte con Milano. Nel febbraio del 1945 venni arrestata a Vercelli e rimasi in carcere sino alla Liberazione.
    Dopo la Liberazione organizzai le "Ragazze d'Italia" in Piemonte, e dopo la campagna elettorale del 2 giugno, nel settembre del 1946 m'impiegai alla Viberti.
    Nel gennaio del 1947 venivo eletta responsabile delle donne alla 4° sezione [del Pci di Torino] "L. Capriolo", dove feci una grande esperienza di lavoro con le lavoratrici di Borgo S. Paolo.
    Nel luglio del 1949 il Partito mi propose di frequentare il 5° corso della scuola nazionale femminile, di 6 mesi, che io frequentai con grande entusiasmo. Alla fine del corso la Federazione mi propone di lasciare il lavoro alla Viberti per dedicarmi come funzionaria al lavoro organizzativo e politico dell'Udi.
    Nel maggio del 1950 mi sposai. In seguito ad una cattiva gravidanza, lasciai l'Udi e mi si diede la responsabilità del Settore della Mirafiori: è stata per me una buona esperienza che mi ha dato nuove conoscenze. Lasciai l'attività alla vigilia di divenire madre. Dopo pochi mesi ripresi l'attività per la campagna elettorale comunale nel Settore centro.
    Al 7° Congresso fui eletta nel Comitato federale.
    Nel luglio del 1951 fui inclusa nella Sezione di organizzazione in Federazione per i problemi femminili, in quel periodo la Commissione femminile veniva sciolta e la responsabile compagna Vais andò all'Udi come segretaria.
    Solo nel gennaio 1952 si riformava la Commissione femminile con la sua responsabile compagna Gallarani con la quale lavorai sin al maggio 1953.
    Nel luglio del 1953 dato che la compagna Gallarani è rimasta a casa, il Partito mi affidava assieme con la compagna Diena la responsabilità della direzione della Commissione femminile federale. Compito troppo oneroso per le mie capacità e che cercai comunque di assolvere con maggior impegno nel lavoro sino all'arrivo della compagna Dalmonte.
    In seguito alla nuova sistemazione dei quadri femminili ed al rafforzamento degli organismi di massa fui inviata all'Udi come responsabile di organizzazione provinciale.
    Rieletta nel Comitato federale all'8° congresso.
    Anna Cinanni"
    Dall'Autobiografia di Anna Cinanni (dattiloscritto su carta velina [1956] in Fondo Garelli busta 1, fasc. 1/2)

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Fondi collegati