Il Comitato di liberazione nazionale regionale della Liguria fu costituito l’8 settembre 1943 dai rappresentanti del Partito d’azione, del Partito comunista italiano, della Democrazia cristiana, del Partito socialista italiano di unità proletaria, del Partito liberale italiano e in un secondo momento del Partito repubblicano italiano. Coordinò l’organizzazione del movimento di liberazione in Liguria e agì in clandestinità fino ai giorni della liberazione nel 1945.
Il Comitato regionale svolse anche funzione di CLN provinciale di Genova e a partire dal 24 aprile 1945, per un primo periodo dopo la Liberazione, assunse "tutti i poteri di amministrazione e di governo nel territorio della regione ligure". A tal fine adottò una struttura più complessa rispetto al periodo clandestino. Si componeva, infatti, degli uffici di Presidenza, Segreteria generale, Amministrazione, di una commissione economica e di sette delegazioni o commissariati (giustizia ed epurazione, articolata nelle tre sezioni denominate giustizia, epurazione e profitti di regime; sequestri e requisizioni; lavoro; commercio e finanze; propaganda, stampa e scuola; assistenza; coordinamento dei CLN periferici e aziendali).
A seguito dell’iniziativa di autoscioglimento dei CLN, nel luglio 1946 l’ente si trasformò in Ufficio stralcio, che doveva occuparsi di chiudere tutte le pratiche ancora pendenti e di raccogliere gli archivi dei CLN provinciali, periferici e aziendali provvedendo al loro riordino e conservazione, secondo quanto stabilito dalle norme per la smobilitazione dei CLN e da quelle per l'ordinamento degli archivi trasmesse dall'Ufficio stralcio del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia - CLNAI.
L’Ufficio stralcio avrebbe dovuto cessare al 31 ottobre 1946, con un'eventuale proroga al 31 dicembre; fu presumibilmente attivo fino all’agosto del 1948, secondo quanto si può ricavare dalla documentazione prodotta dal Comitato.