Cln di Genova Pegli

  • Storia

    Il Comitato di liberazione nazionale di Pegli, delegazione del ponente genovese, si costituì nell’autunno del 1944 per opera di Maggiorino Rossi della Democrazia cristiana e di Nicolò Casale del Partito comunista cui si unirono, nei mesi successivi, i rappresentanti degli altri partiti del CLN come Armando Porcelli, comunista libertario, Domenico Enrigo per il Partito repubblicano e Giovanni Traverso per il Partito socialista, poi sostituito da Francesco Gorziglia. A seguito dell’arresto e della deportazione di Casale, che morì a Flossenbürg nel marzo del 1945, il Partito comunista nominò prima Giuseppe Lantero, poi Guido Passalacqua e Giuseppe Risso in sua rappresentanza. Nei giorni dell’insurrezione il CLN di Pegli assunse i poteri pubblici e, assieme alle locali squadre partigiane, circondò la batteria del “Castellaccio”, disarmando e facendo prigionieri i militari tedeschi in servizio e prese parte alle operazioni contro la villa “Ansaldo” di Multedo, occupata dai tedeschi. Nei giorni successivi alla liberazione, il CLN si occupò della cattura e della traduzione presso il carcere di Marassi dei principali esponenti nazi-fascisti, istituendo al contempo il coprifuoco e un servizio d’ordine. Al termine del conflitto, il CLN, scioltosi nell’estate del 1946, costituì le commissioni Alloggi, Alimentazione e Beneficienza che si occuparono di prestare aiuto e assistenza alla popolazione e agli ex partigiani provvedendo, inoltre, al recupero delle salme dei volontari caduti, alle loro esequie e alla costruzione di una cripta nel locale cimitero.

    Fonte: https://siusa-archivi.cultura.gov.it/