Verso i primi giorni di ottobre del 1943 si costituì, a La Spezia, il primo Comitato di liberazione nazionale provinciale che vide tra i propri promotori Ennio Carando, in forza al Partito comunista italiano, Paolo Borachia della Democrazia cristiana, Carlo Alberto Naef del Partito liberale e Pietro Mario Beghi, che ne era anche segretario, per il Partito socialista. Le riunioni del Comitato provinciale si tennero a La Spezia in un appartamento dell’attuale via don Minzoni, allora via Principe Amedeo, ma anche presso la Banca Naef. Il CLN provinciale si impegnò, nei primi mesi, nel tentativo di entrare in contatto con le diverse forze antifasciste sul territorio anche se, divergenze sugli obiettivi e sui metodi di lotta portarono a una situazione di sostanziale inerzia, superata solo con il passare del tempo e grazie anche a spinte autonome dal basso. In mancanza di sottocomitati periferici e locali (che si sarebbero formati solo in un secondo momento) in grado di diffondere direttive sul territorio radicando al suo interno la presenza del CLN, per mesi, le riunioni del Comitato provinciale mantennero un valore più simbolico che concreto. Fra gennaio e febbraio 1944, Mario Da Pozzo entrò nel CLN provinciale in quota al Partito d’azione anche se la nomina formale giunse solo a maggio. Nello stesso periodo si costituì anche il Comitato sindacale con Mario Ragozzini del PCI, Rolando Locori del PSIUP e Augusto Ravecca della DC. Nella tarda primavera 1944 il CLN provinciale assunse una presenza più sostanziale, anche a seguito del lavoro di coordinamento delle formazioni partigiane e dell’appoggio agli scioperi di marzo: sorsero, inoltre, alcuni sottocomitati in Val di Magra e furono stabiliti rapporti con gli Alleati mediante il maggiore britannico Gordon Lett. Il 24 luglio Ennio Carando e Pietro Mario Beghi, preavvertiti del pericolo di arresto imminente, riuscirono a mettersi in salvo. Carando si trasferì in Piemonte e fu sostituito come rappresentante comunista in seno al CLN provinciale da Antonio Borgatti “Silvio”, segretario del Partito comunista, succeduto a Giuseppe Poggi, ucciso il 28 giugno 1944 in un agguato nazifascista nella zona di Follo. Pietro Beghi andò a Monticelli di Fabiano (La Spezia), in una casa diroccata, dove il Comitato ebbe di fatto la nuova sede. A seguito dello sbandamento di molte formazioni partigiane dovuto all’ingente rastrellamento nazifascista del 3 agosto 1944, il CLN provinciale
attraversò un momento di grave crisi e, fino alla fine dell’anno, la presenza dei rappresentanti liberali e democristiani divenne pressocché inesistente. Il CLN provinciale reagì con fermezza al Proclama Alexander, respingendolo e fornendo alle formazioni istruzione contro eventuali rastrellamenti e per gli approvvigionamenti, questione scottante e assai problematica nel territorio spezzino. A tale proposito il Comitato provinciale spezzino, prese contatto con l’omologo comitato parmense e con quello piacentino per assicurare alle formazioni almeno qualche rifornimento. Nel dicembre 1944 il Comitato provinciale si trasferì in montagna per avere al suo interno almeno un rappresentante della DC e uno del PLI. Beghi fu incaricato dell’organizzazione di questo organismo, mentre Borgatti, Ragozzini, Rosso, Locori rimasero in
città: a metà di gennaio 1945 si decise di introdurre nel Comitato anche due rappresentati dei partigiani e, successivamente, furono invitati ai vari incontri anche il comandante e il commissario del Comando unico. Nel corso delle riunioni di febbraio il Comitato provinciale si occupò, fra l’altro, della complessa questione delle cariche pubbliche, da assegnare alla Liberazione. Il 28 febbraio 1945 si dispose di organizzare tre Commissariati di giustizia per la IV Zona Operativa, rispettivamente a Calice, a Sesta Godano e a Zeri e, nel corso della stessa riunione, il CLN provinciale deliberò infine sulle cariche da attribuire, a Liberazione avvenuta, ai vari partiti, per quanto riguardava il Comune, la Provincia, la Prefettura e la Questura di La Spezia.
Al momento della Liberazione il CLN provinciale spezzino era formato da Pietro Beghi (segretario), Giovanni Bissi per il Partito socialista, Arpino Ongaro e Adalberto Pizzirani per il Partito comunista, Paolo Giuseppe Borachia e Ottorino Marcellini per la Democrazia cristiana, Carlo Naef e Ruggero Gambini per il PLI, Rino Visconti e Mario Foce per il Partito d’Azione. Il CLN provinciale svolse in questa delicata fase numerosi compiti, fra cui quello delle nomine preposte alle principali cariche civili, provvedendo inoltre alla ricostituzione di tutti i CLN comunali, di quelli rionali per la città di La Spezia, e di quelli aziendali e di fabbrica. Il CLN spezzino si organizzò dunque in sette commissioni: Giustizia (in seguito denominata Legale a causa degli attriti insorti con le autorità alleate), Sequestro beni fascisti, Economica, Trasporti,
Alimentazione, Solidarietà nazionale, Alloggi ed Epurazione. Oltre ad esse, funzionavano all'interno del Comitato una Presidenza, una Segreteria e un ufficio amministrativo. Il CLN provinciale spezzino si sciolse nell’estate 1946, inviando infine a Genova gli atti di competenza e la documentazione da questo prodotta, il 19 novembre 1946.