Costituitosi in clandestinità, sotto la presidenza di Guido Robino, il Comitato di liberazione nazionale di Rossiglione (GE) operò sino alla liberazione per sostenere i partigiani e per far fronte tramite sussidi alla difficile situazione annonaria. Al termine del conflitto, il CLN si fece carico della sistemazione di oltre 150 famiglie già rimaste prive di alloggio a seguito del bombardamento alleato del 2 gennaio 1945 e dell’incendio di alcune case del paese appiccato dalle truppe tedesche il giorno successivo. Il Comitato istituì inoltre un servizio di polizia volto a supplire la mancanza di vigili comunali e si prodigò nell’assistenza a reduci, ex partigiani ed ex internati della Valle Stura. Nell’agosto 1945, in collaborazione con l’UDI, il CLN di Rossiglione organizzò una colonia elioterapica diurna della quale beneficiarono, per oltre un mese, un
centinaio di bambini bisognosi. Fungendo da tramite con la Croce rossa alleata, il CLN ottenne un’assegnazione gratuita di indumenti per le famiglie in difficoltà mentre, a proprie spese acquistò un’autoambulanza per dotare la locale Pubblica assistenza, priva di mezzi per il trasporto degli ammalati. Il Comitato di Rossiglione si occupò inoltre di gestione annonaria, di beneficienza e, con funzione intermediaria, di rapporti tra enti privati o pubblici e cittadini.
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