Savonese sfollato con la famiglia a Pollone nel biellese, è fortemente animato da ideali antifascisti, il 29 settembre 1944, all’età di diciotto anni, si fa accompagnare dal padre sul crinale di confine tra il biellese e la Valle D’Aosta, oltre i duemila metri, per unirsi ai Volontari della Libertà che operano in Valle d’Aosta e confluisce successivamente nel comando della 7a
divisione Garibaldi intitolata a Walter Fillak, nella 183a brigata Garibaldi Caralli, poi Emile Lexert.
Il 13 ottobre 1944 milizie tedesche e Brigate nere sferrano un attacco contro i partigiani del comando a Quincinetto, vicino a Ivrea: il presidio viene distrutto, i partigiani sono costretti a ripiegare in montagna. Una dozzina di uomini, fra i quali Coda, si rifugia nelle baite del vecchio borgo di Santa Maria. Nella notte del 14 ottobre una pattuglia tedesca li raggiunge e li cattura, trasportandoli di primo mattino a Traversella, in Valchiusella, dove vengono fucilati nella piazza della chiesa alla presenza del parroco. Nel 1947 la famiglia fa costruire un rifugio alpino in sua memoria, sullo spartiacque che divide la Valle del Lys e la Valle dell’Elvo, dove Coda vide il padre per l’ultima volta.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, pp.131-132