Dopo l'8 settembre si reca in montagna per unirsi ai primi partigiani che operano nella zona del Grigna (Lecco). Catturato quale renitente alla leva, viene arruolato forzatamente nella Marina da guerra germanica dalla quale diserta unendosi ancora ai partigiani. Nel maggio 1944 figura fra i primi componenti della brigata Coduri. Partecipa ad attacchi contro le colonne nemiche sulla via Aurelia, in località monte Domenico e contro il presidio tedesco di Casali. Il mese successivo è promosso capo squadra per aver guidato un'azione vittoriosa nel corso degli scontri avvenuti sul monte Penna. A novembre porta a termine una missione di rilevamento sulle linee nemiche dietro incarico del Comando brigata. A dicembre, nel corso di un scontro, riesce a condurre in salvo i suoi uomini ma viene catturato. Liberato a seguito dello scambio con un alpino della divisione Monterosa, è nuovamente fatto prigioniero, durante un rastrellamento iniziato il 18 gennaio 1945 alle falde del monte Capenardo. Rinchiuso nelle carceri della Casa littoria di Chiavari, viene fucilato alla Squazza, nei pressi di Borzonasca, il 15 febbraio 1945.
Dizionario della Resistenza in Liguria, (a cura di) F. Gimelli, P. Battifora, De Ferrari Editore, Genova, 2021