Un primo Comitato Militare è attivo fin dall’inizio delle trame cospirative: collegato al CLN subito dopo l’8 settembre, risulta composto dal colonnello Mario Zino, dal colonnello Giacomo Ferrari e dal tenente colonnello Giulio Bertonelli. La formula centralizzata di tale organo risulta però scarsamente efficiente. Da qui la costituzione di un altro Comitato verso la metà ottobre 1943. In quest’ultimo sono presenti: Eros Lanfranco (Partito d’Azione), Adriano Pieragostini (Partito Comunista), Umberto Lazagna (Partito Liberale), Dante Bruzzone (Partito Socialista), Enrico Raimondo (Democrazia Cristiana).
Alla fine di giugno 1944 il Cvl (Corpo Volontari della Libertà) per l’Alta Italia dispone che sia costituito in Liguria un Comando Militare Unificato, ratificato dal CLN Ligure il 1 agosto 1944. Dal verbale della riunione si ricava che il Comando Militare, integrato di un elemento tecnico-militare, va a sostituire il Comitato Militare, già esistente ed operante dall’autunno 1943. Nell’ambito del Comando sono create una Sezione Operativa formata appunto dall’elemento tecnico-militare e dai rappresentanti militari del Partito d’Azione, Partito Comunista e Partito Socialista. Sono inoltre create altre Sezioni per svolgere vari compiti ad esse demandati. La direzione di tali sezioni è affidata ai rappresentanti militari del Partito Liberale (Sabotaggio), della Democrazia Cristiana (Intendenza e servizi), del Partito Repubblicano (Mobilitazione). Risulta inoltre, sempre dal verbale del 1 agosto 1944, che le decisioni del Comando devono essere prese a maggioranza.
Il primo Comando unificato regionale risulta così composto: generale Cesare Rossi (“Carli”), indipendente, Tenente Colonnello Giulio Bertonelli (“Balbi”) del Partito d’Azione, Franco Antolini del Partito Comunista, quasi subito sostituito da Anton Ukmar (“Miro”), avvocato Enrico Raimondo (“Leonardi”) della Democrazia Cristiana, avvocato G. Battista Bianchi (“Clementi”) del Partito Repubblicano, avvocato Renato Martorelli (“Renato”) del Partito Socialista, ingegnere Mario Albini (“Giorgi”) del Partito Liberale.
Dalle Sezioni dipendenti dal Comando si diramano vari uffici, diretti ciascuno da elementi in genere rappresentanti i Partiti del CLN (ma anche da indipendenti):
Le prime riunioni del Comando hanno luogo in un locale di via Carlo Alberto a Genova, poi in una stanza di via San Vincenzo, quindi nell’abitazione dell’ingegnere Mario Albini e in quella dell’ingegnere Lino Patri in corso Torino, nello studio dell’avvocato Enrico Raimondo in via Roma e in un altro appartamento in via della Libertà.
Fra le prime decisioni del Comando Unico, che si deve occupare di amalgamare in una organizzazione unitaria ed efficiente le sparse formazioni dei ribelli, è la suddivisione della Liguria in Zone che, a loro volta, si possano unificare intorno a Comandi Unici zonali, contribuendo a dare una fisionomia più efficiente alle attività resistenziali dei vari gruppi sia autonomi che ideologicamente connotati.
Questa è la suddivisione del territorio, soggetta nel tempo, a qualche variazione:
Va anche notato che la giurisdizione del Comando Unico si spinge anche in settori della provincia di Cuneo, Alessandria, Piacenza e Massa Carrara.
Nel corso dei mesi, nell’Organigramma del Comando Militare, avvengono mutamenti, sostituzioni, avvicendamenti, spesso necessari a causa degli arresti, tanto che, a seguito di numerosi arresti tra i quali quello del Comandante Cesare Rossi, del vice-Comandante Raffaele Pieragostini, del capo di S.M. Alfredo Amoroso, il 4 febbraio 1945 si forma un secondo Comando Militare. Di esso, ai massimi vertici, fanno parte il generale di Brigata Enrico Martinengo “Durante” (Indipendente) in qualità di Comandante Generale, nominato dal Comando generale del CVL, su proposta del Cln Liguria, Giovanni Trombetta per il Partito d’Azione, Carlo Farini per il Partito Comunista.
Vice Comandanti sono Costante Bianchi del Partito Socialista, Capo di SM, sostituito, perché ricercato, da Carlo Olivari, Egidio Ferralasco (Democrazia Cristiana) Ferdinando Croce (Partito Liberale) Rinaldo Mereta (Partito Repubblicano).
Martinengo, indipendente dal punto di vista politico, attento alle logiche dell’efficienza militare, si muove in questa dimensione, sia nell’ambito dei rapporti fra le varie formazioni partigiane che rispetto alle missioni alleate. Contribuisce inoltre alla elaborazione del Piano A, la cui prima versione, inviata a tutti i Comandi Zona e al Comando Piazza di Genova il 18 marzo 1945, reca la sua firma.
A cura di Maria Cristina Mirabello
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