Comitato centrale di liberazione nazionale (Ccln)

  • Storia

    Il Comitato di Liberazione Nazionale (abbreviato in CLN) fu un'organizzazione politica e militare italiana costituita da elementi dei principali partiti e movimenti del Paese, formatasi a Roma il 9 settembre 1943, allo scopo di opporsi al fascismo e all'occupazione nazista in Italia, scioltasi nel 1947.In particolare il CLN ha coordinato e diretto la resistenza italiana e si suddivise in Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), con sede nella città di Milano durante la sua occupazione ed il Comitato Centrale di Liberazione Nazionale (CCLN), con sede a Roma. L'organizzazione operò come organismo clandestino durante la Resistenza ed ebbe per delega poteri di governo nei giorni di insurrezione nazionale.

     

    Tra la fine del 1942 e l’inizio del 1943 in numerose città i partiti antifascisti diedero vita a comitati unitari - che avevano i nomi più diversi - per dare un unico indirizzo alla lotta politica contro la dittatura.

    A Roma si chiamò Comitato delle opposizioni antifasciste e sin dall’inizio assunse il compito di orientare e dirigere gli altri comitati.
    L’autorevolezza gli derivava dalla statura politica dei suoi membri, più che dal fatto che avesse sede a Roma.
    Il 9 settembre 1943, il giorno dopo l’inizio dell’invasione tedesca, il Comitato assunse il nome di Comitato di liberazione nazionale e solo in seguito aggiunse la parola “centrale”. Era composto da Alcide De Gasperi (DC), Alessandro Casati (PLI), Ugo La Malfa e Sergio Fenoaltea (PdA), Pietro Nenni e Giuseppe Romita (PSIUP), Mauro Scoccimarro e Giorgio Amendola (PCI).
    All’unanimità fu approvato questo documento che, di fatto, era una dichiarazione di guerra alla Germania: «Nel momento in cui il nazismo tenta di restaurare in Roma ed in Italia il suo alleato fascista, i partiti antifascisti si costituiscono in Comitato di liberazione nazionale, per chiamare gli italiani alla lotta ed alla resistenza, e per riconquistare all’Italia il posto che le compete nel consesso delle libere nazioni».
    Sia pure a costo di faticosi compromessi politici - perché i contrasti tra i partiti erano numerosi sia per la conduzione della guerra sia per le soluzioni politiche del dopoguerra - il CLN riuscì a rappresentare la volontà del popolo italiano, deciso a riconquistare l’indipendenza nazionale e le libertà politiche.
    Il CCLN concluse la sua attività il 6 giugno 1944, con la liberazione di Roma. L’8 giugno  una delegazione composta dal presidente Ivanoe Bonomi, De Gasperi, Casati, Nenni, La Malfa, Scoccimarro, Fenoaltea e Meuccio Ruini del Partito democratico del lavoro s’incontrò con una rappresentanza del governo e chiese «un governo del tutto nuovo». Il primo ministro Pietro Badoglio rassegnò le dimissioni e Bonomi lo sostituì. 
    https://www.storiaememoriadibologna.it/comitato-centrale-di-liberazione-nazionale-ccln-268-organizzazione