Comitato di Liberazione Nazionale - Regione Liguria - Commissariato sequestri e requisizioni

  • Storia

    Riunitisi in un Comitato il 28 luglio 1943 in seguito alla caduta del fascismo, all’indomani dell’armistizio i partiti antifascisti danno vita a Genova, il 9 settembre, al Cln per la Liguria.                                                                                                                                                           In contemporanea con la nascita del Cln romano, costituitosi quello stesso giorno in una riunione presieduta da Ivanoe Bonomi, presenti, tra gli altri, Alcide De Gasperi, Pietro Nenni, Ugo La Malfa, Mauro Scoccimarro e Giorgio Amendola, anche a Genova, in una casa sinistrata della centralissima via XX Settembre, viene decisa la “resistenza armata per la cacciata dei tedeschi”. I primi componenti (avvicendati in seguito da altri patrioti) del Cln genovese, le cui riunioni si sarebbero svolte quasi ogni giorno nella massima clandestinità presso lo studio di un avvocato e in locali ecclesiastici (convento dei padri Filippini in via Lomellini e, successivamente, complesso di S. Carlo in via Balbi e collegio di S. Nicola sulle alture cittadine), sono Eros Lanfranco e Lino Marchisio (Pda), Giuseppe Bianchini e Amedeo Ugolini (Pci), Paolo Emilio Taviani, Giulio Marchi e Augusto  Solari (Dc), Dante Bruzzone, Marcello Cirenei e Vannuccio Faralli (Psiup), Errico Martino e Bruno Minoletti (Pli); nel giugno 1944 anche il Pri, con Pietro Gabanizza, entrerà a farne parte. Tra le prime decisioni la costituzione di un Comitato militare cui affidare le questioni prettamente militari e la pubblicazione del giornale clandestino Voce d’Italia, interrottasi al secondo numero in seguito all’arresto dello stampatore Giovanni Bertora, tra le vittime della fucilazione di San Martino. A ottobre risale la costituzione del Cln spezzino, di cui non fece inizialmente parte il Pda, con la presenza di Pietro Mario Beghi (Psiup), Ennio  Carando (Pci), Carlo  Naef (Pli), Paolo  Borchia (Dc), subentrato al sacerdote don Andolfatto, mentre a novembre vede la luce il Cln savonese, costituito da Agostino Siccardi (Pci), Leopoldo  Fabbretti (Dc), Giuseppe  Musso (Pri), Corrado  Ferro (Psiup). Più tarda la formazione del Cln di Imperia, città in cui il Pci rappresentava l’unico gruppo politico organizzato: varato un Comitato di unione con la partecipazione, a titolo individuale, di militanti socialisti e democristiani, solo il 1° febbraio 1944 potè sorgere il locale Cln, composto da Gaetano Ughes (Pci), Ernesto  Valcado (Psiup), Carlo  Folco (Dc) e gli indipendenti Carlo Aliprandi, Amilcare  Ciccione e Ugo  Frontero. Per favorire un capillare radicamento sul territorio, una delibera del Cln ligure, in data 22 agosto 1944, caldeggiava la costituzione di comitati periferici “di fabbrica, di strada, di rione, di paese, ecc.” in stretto collegamento con gli organismi centrali. Benché non immuni da contrasti ideologici e dibattiti sulle strategie da adottare, i Cln liguri, in conformità alla linea seguita dal Clnai, non infransero mai l’unità d’azione, divenendo progressivamente punti di riferimento e coordinamento delle varie formazioni resistenziali e organismi legittimanti, da un punto di vista istituzionale, della lotta di Liberazione. Dal luglio 1944, grazie all’opera di Maria Eugenia Burlando (Genny), cominciarono a essere redatti i verbali delle sedute e prese forma la segreteria del Cln ligure.                        

    Dizionario della Resistenza in Liguria, (a cura di) F. Gimelli, P. Battifora, De Ferrari Editore, Genova, 2021