Commissione di inchiesta sul salvataggio del porto di Genova

  • Storia

     
    • La Commissione d'accertamento sul salvataggio del porto di Genova venne istituita con deliberazione della Giunta della Camera di commercio di Genova il 22 giugno del 1948, allo scopo di verificare "a quale o a quali iniziative fosse spettato il merito di aver impedito la totale distruzione del porto di Genova", minato durante l'occupazione tedesca allo scopo di essere distrutto in caso di ritirata. La richiesta che venissero svolte approfondite indagini su questa vicenda cruciale per la storia della città era stata avanzata dall'Istituto storico della Resistenza in Liguria, per porre fine all'accesa polemica che si era sviluppata nel 1947 sulle pagine di alcuni quotidiani, in modo particolare "Il Corriere del popolo", "l'Unità" e "Il Lavoro Nuovo". Ad alimentare l'esigenza di effettuare tali accertamenti era stato in primo luogo l'ex comandante partigiano Vito Pavano, che già il 12 dicembre 1945 aveva rivolto sia al Cln regionale che al sindaco di Genova un esposto in cui si chiedeva che venisse fatta luce su alcuni aspetti della propria attività a favore del salvataggio del porto. La Commissione era costituita dai rappresentanti delle principali istituzioni locali genovesi, delle autorità civili e militari, degli istituti culturali cittadini e degli organismi che avevano combattuto per la liberazione: Comune, Deputazione provinciale, Camera di commercio, Consorzio autonomo del porto, Curia arcivescovile, Prefettura, Comando di artiglieria, Comando Marina, Università di Genova, Istituto storico della Resistenza, Istituto del Risorgimento, Società ligure di storia patria, CLN per la Liguria e Comando regionale Cvl. Luciano Bolis, direttore dell'Istituto storico e membro della Commissione, ne assunse le funzioni di segretario, mentre la presidenza, inizialmente assunta da Carlo Canepa, presidente del Consorzio autonomo del porto, fu in seguito assegnata un magistrato della Corte d'appello di Genova, Paolo Mannetti. La Commissione s'insediò ufficialmente il 4 luglio 1949 e concluse i suoi lavori il 9 marzo 1950. Successivamente si riunì altre tre volte per approvare il testo della relazione finale stilata dal presidente, e cessò funzionare il 26 gennaio 1951, dopo aver stabilito di consegnare i propri atti, consistenti nella relazione conclusiva, nel verbale delle deposizioni dei testimoni e nella documentazione acquisita nel corso dei lavori, all'archivio dell'Istituto storico della Resistenza. Presso l'Istituto gli atti della Commissione, conservati in due buste, furono inseriti nella raccolta definita "Documenti vari", come risulta dalle due Guide a stampa pubblicate nel 1974 e nel 1983. In occasione dell'ultimo intervento di riordinamento e descrizione della documentazione si è ritenuto opportuno estrapolare questo materiale dalla raccolta, trattandosi di un vero e proprio fondo archivistico, di cui è noto il soggetto produttore. Le carte mantengono l'ordinamento originario ad esse assegnato durante i lavori della Commissione. Si segnala che la relazione finale, il testo delle deposizioni e i documenti considerati più rilevanti sono stati pubblicati a cura dell'Istituto nel 195